“Addio al Reddito di Cittadinanza”, giovani avvisati: cosa succede

In ottica giovani, secondo la leader di Fratelli d’Italia il Reddito di Cittadinanza sarebbe da rimuovere. Ma a una condizione fondamentale.

 

Il clima da campagna elettorale, stavolta, non respira temi empirici. Se negli anni passati il quadro politico si barcamenava fra argomenti standard, l’emergenza in corso tiene le forze in campo sotto scacco.

Reddito di Cittadinanza Giovani
Foto © AdobeStock

Nessun futuro governo potrà cavarsela con le promesse. O almeno questa è l’aria che si respira. Troppo complicato il momento storico, troppo grave il fardello che pesa sulle nuove generazioni, sempre più alle prese con una condizione sociale che lascia ben poco spazio a prospettive di futuro. Perlomeno concrete, perché tutto ciò che ci circonda assume drammaticamente l’aspetto di qualcosa di effimero. Non è un caso che, negli ultimi sondaggi, sempre più giovani abbiano fatto sapere di non essere interessati alla politica, di non conoscerne a fondo l’importanza né, tantomeno, di nutrire speranze su potenziali aiuti per il domani. A proposito di questo, proprio sulle prospettive dei giovani si consuma buona parte dello scontro politico.

Un tema caldo, ribadito da Matteo Salvini a Lampedusa, che ha parlato di “emergenza lavoro”, ma anche da Giorgia Meloni, che ha tirato in ballo il Reddito di Cittadinanza. Dichiarazioni che, apparentemente, richiamano i due leader alla convergenza sui temi. Se poi la quadra si troverà sul serio lo dirà il tempo più che le elezioni. Per quel che riguarda la principale misura di sostegno ai conti degli italiani, il discorso di Meloni attraversa la parte più generale del concetto. Ossia la ragione stessa che ha animato la misura, promossa dal Movimento 5 stelle all’epoca del governo gialloblu. Sembra passato un secolo ma si parla solo di poco prima della pandemia.

Reddito di Cittadinanza, Meloni dà l’altolà: basta coi fondi, il piano del Cdx

Durante la sua tappa nel Lucchese, la leader di Fratelli d’Italia ha dato l’altolà alla misura, in un discorso che mette sul tavolo parte di quello che sarebbe il piano in caso di elezione: “Basta con fondi, bonus e Reddito di cittadinanza per i giovani. Basta con questa visione paternalistica. Dobbiamo dare ai giovani una vita dignitosa, sono soggetti attivi che vanno coinvolti”. Il concetto che traspare è legato all’alternativa più che alla misura in sé. Il Reddito di Cittadinanza, specie dopo l’insediamento del Governo Draghi, ha vissuto un periodo di rinnovamento, con l’obiettivo di ridurre la fruizione della misura in virtù di una maggiore facilitazione del reinserimento nel mondo del lavoro. Diktat che prevedeva la riduzione progressiva dell’importo percepito in caso di rifiuto delle destinazioni lavorative.

Strategia che non sembra aver funzionato del tutto, se non altro per le problematiche nel rafforzare il filo diretto con i Centri per l’impiego, indicata come la via prioritaria. Certo è che, al momento, il RdC continua a rappresentare una misura fondamentale per molte famiglie e un’eventuale rimozione sarebbe subordinata, per forza di cose, a un potenziamento del comparto occupazionale. In questo senso, al netto di tre governi cambiati in una sola legislatura, le promesse o gli auspici lasciano il tempo che trovano.

A ogni modo, Meloni rincara anche sulla questione tasse: “Penso che le tasse vadano diminuite, non sono a favore della patrimoniale. La concorrenza la facciamo fare ai balneari e ai tassisti, ai Benetton no. Se mi chiedete una priorità è abbassare le tasse sul lavoro. Noi abbiamo fatto proposta del più assumi meno paghi”. Il problema, spesso, è però proprio l’assunzione.

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