In pensione a 64 anni, come scagliare la freccia dal proprio arco

Chi può andare in pensione a 64 anni anticipando di tre anni l’uscita dal mondo del lavoro? Scopriamo i requisiti da soddisfare.

Alcuni lavoratori possono accedere alla pensione al raggiungimento dei 64 anni di età ma ne vale veramente la pena?

pensione 64 anni
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Il lavoro è un impegno che, raggiunta una certa età, si vorrebbe lasciare alle spalle. A sentire maggiormente il peso dell’occupazione sono quei lavoratori che svolgono lavori più “difficili” dal punto di vista fisico o psicologico. Da qui l’esigenza di poter approfittare di uno scivolo pensionistico che permetta di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, prima della maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia. La flessibilità vigente, però, comporta delle penalizzazioni sull’importo dell’assegno pensionistico. Le riduzioni, dunque, fanno desistere molti lavoratori dall’intento di richiedere la pensione anticipata. In Italia gli stipendi sono già bassi. Pensare di vivere con un assegno ancora più basso spaventa nonostante la fatica dell’occupazione. Ma occorre veramente mettere da parte il sogno di andare in pensione a 64 anni?

In pensione a 64 anni, quali condizioni accettare

La scelta per i lavoratori italiani sembra essere tra la propria salute fisica e mentale e i soldi. Questa affermazione vale soprattutto per i cittadini che rientrano totalmente nel sistema di calcolo contributivo. La speranza è che il nuovo Governo che si formerà dopo le elezioni del 25 settembre riesca a pianificare un sistema pensionistico migliore e più vantaggioso per i lavoratori. Ma al momento non rimane altro che scoprire cosa comporta decidere di uscire dal mondo del lavoro a 64 anni oggi.

L’opzione è consentita solo a chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995 e vanta 20 anni minimi di contributi effettivi. Non si tengono conto nel calcolo, dunque, gli accrediti figurativi. Ad usufruire dello scivolo a 64 anni sono, poi, coloro che hanno accumulato un assegno minimo di 1.313,28 euro al mese ossia 2,8 volte l’Assegno Sociale. Chi rispetta le condizioni citate può avere accesso alla pensione anticipata contributiva.

I dettagli dello scivolo pensionistico

Il calcolo dell’assegno pensionistico con la pensione anticipata contributiva prevede l’utilizzo del metodo contributivo puro. Ciò comporta delle penalizzazione sull’assegno, dei costi che si possono calcolare unicamente simulando la pensione usando gli strumenti messi a disposizione dell’INPS.

A differenza della pensione di vecchiaia, il calcolo include unicamente i contributi puri ossia i versamenti obbligatori, volontari o da riscatto. Come già detto, poi, valgono solamente i contributi versati dopo il 31 dicembre 1995. Nessun versamento dovrà esserci stato prima di questa data. È possibile, però, usufruire del cumulo in diverse Gestioni INPS con il calcolo della Gestione Separata. Condizioni da rispettare sono i versamenti previdenziali prima del 1996, meno di 18 anni di contributi versati prima del 1996, 5 anni di contributi minimi maturati dopo il 1996 e minimo 15 anni di contributi totali.

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