Bollette, doccia gelata in inverno: “Prepararsi al peggio”

La guerra in Ucraina incide sull’emergenza gas ma non è l’unico fattore destabilizzante sulle bollette. Una soluzione alternativa però ci sarebbe.

 

Nonostante l’argomento energia non figuri più fra quelli più “mainstream” della guerra in Ucraina, la Russia non perde occasione di ricordare all’Europa come la mancanza dell’apporto di gas da parte di Nord Stream (attivo al 20% secondo Gazprom) potrebbe causare un inverno decisamente più freddo.

Bollette alte inverno
Foto © AdobeStock

In realtà, il Governo italiano ha più volte sottolineato come le scorte per superare la stagione fredda, in realtà, ci sarebbero. Grazie agli stoccaggi soprattutto. Senza contare la revisione e il potenziamento di alcuni accordi commerciali con altri Paesi, Algeria in primis, che provvederanno a fornire nuove riserve di gas. D’altro canto, è chiaro che la guerra in corso, così come i rincari sui costi delle materie prime, siano fattori tali da determinare quantomeno un po’ di preoccupazione. Al momento, infatti, il timore è legato non tanto alla disponibilità delle risorse energetiche quanto al loro costo. Cosa che, peraltro, è stata evidenziata anche nel corso dei vari dibattiti politici che hanno animato le giornate elettorali della settimana che va verso la chiusura.

Al netto delle disponibilità per l’inverno che verrà, in sostanza, la paura è che le risorse in questione subiscano un’impennata ulteriore nei prezzi, toccando vertici ben più alti di quelli attuali. Basti pensare che, secondo alcune previsioni, le bollette di luce e soprattutto gas potrebbero addirittura triplicarsi. La questione, naturalmente, non è legata esclusivamente alle dispute con la Russia sugli approvvigionamenti ma anche a fattori esterni a quelli geopolitici, come la siccità. La secca dei fiumi, infatti, ha reso impossibile la navigazione delle navi-cargo. E questo è solo uno degli elementi di destabilizzazione.

Bollette, paura per l’inverno: non per il freddo ma per i costi

Nei giorni scorsi, il prezzo del gas ha superato i 246 euro ad Amsterdam, chiudendo infine sui 225. Numeri che fanno guardare al futuro, in termini di bollette e non solo, con non poca preoccupazione. La stessa Gazprom, l’azienda statale russa che gestisce le risorse energetiche del gas, ha messo una pulce nell’orecchio all’Europa, parlando di un aumento dei prezzi del metano nei prossimi mesi anche nella misura del 60%. Per la verità, il colosso russo ha usato numeri ben più pesanti: “I prezzi spot in Europa hanno raggiunto i 2500 dollari per mille metri cubi. Secondo stime conservative se persiste una tale tendenza, i prezzi supereranno i 4mila dollari per mille metri cubi questo inverno”. Chiaramente, se la previsione dovesse avversarsi sarebbero guai seri per le tasche dei contribuenti. E in effetti non c’è da scherzare: a marzo, i prezzi spot erano arrivati a 3.900 dollari/m3 proprio in virtù dell’aumento dei prezzi sul mercato asiatico e la chiusura delle linee di trasporto.

Il tutto in un quadro che, almeno per il momento, non permette una flessione sugli approvvigionamenti di gas. La domanda, secondo le stime di Snam e Terna, fino al 2030 resterà sopra i 60 miliardi di metri cubi l’anno. Per quanto riguarda l’Italia, con l’obiettivo di detener hub del gas in Europa, sembra sempre più probabile l’obiettivo dell’importazione del gas liquefatto. In questo modo, utilizzando giacimenti come il Levithian israeliano o quelli egiziani, le alternative sarebbero percorribili. Per ora resta la strategia del grado in meno. Chissà se davvero sarà efficace.

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