Gas, il piano europeo contro la crisi: basta un grado

L’inverno potrebbe non essere poi così complicato. A patto che si opti per una gestione oculata del gas. E delle temperature domestiche.

 

Combattere il freddo e, insieme, il caro energia. Detta così sembra un controsenso, visto che per ridurre l’impatto dei costi energetici servirebbe scaldarsi di meno. E in un certo senso pare che andrà proprio così.

Gas piano emergenza
Foto © AdobeStock

I ministri dell’Energia dei Paesi membri dell’Unione europea, infatti, hanno raggiunto l’intesa sulle strategie che, durante l’inverno, dovranno ammortizzare la crisi del gas portata dalla chiusura parziale dei rubinetti da parte della Russia. La differenza rispetto ai precedenti piani di emergenza, però, è che la mossa dell’Ue, stavolta, dovrebbe consentire una riduzione progressiva della dipendenza continentale dal gas russo, fino ad arrivare nel medio termine a una totale indipendenza. Chiaramente, l’impegno chiesto agli Stati membri è richiesto indirettamente anche ai cittadini. I quali, infatti, dovranno monitorare le proprie temperature domestiche affinché non raggiungano i 20 gradi, nemmeno in pieno inverno. In sostanza, bisognerà applicare l’ormai nota riduzione di un grado.

Il piano per l’Italia è abbastanza chiaro: risparmio del 7% sul gas, con possibilità di arrivare a un taglio del 15%. Circostanza che, però, non dovrebbe verificarsi, come ricordato anche dal ministro per la Transazione ecologica, Roberto Cingolani. Non solo: già all’inizio dell’inverno, è probabile che il nostro Paese si ritrovi in condizione di totale indipendenza dalle fonti di approvvigionamento russe. Il che, naturalmente, darà un preciso vantaggio ai contribuenti italiani, ai quali basterà semplicemente abbassare di un grado la temperatura domestica per essere sicuri di garantirsi un risparmio. I tagli al gas, comunque, saranno diversi da Paese a Paese.

Gas, il piano europeo per l’inverno: 4-5 miliardi di metri cubi di gas in meno

Le divergenze sono state spiegate dallo stesso ministro Cingolani, secondo il quale esistono dei temi portanti, come “l’interconnessione con gli altri e il fatto che l’Italia sia Paese di passaggio del gas”. Circostanze che imporrebbero una riduzione minore rispetto ad altri Stati. A ogni modo, per capire meglio i dettagli non ci sarà da attendere molto: a partire dall’1 agosto e fino al prossimo 31 marzo 2023, il piano d’emergenza dell’Europa sarà attivo e permetterà di chiarire meglio gli aspetti del risparmio che andremo ad affrontare durante la stagione fredda. L’ipotesi più accreditata è proprio l’abbassamento di un grado della temperatura media, passando da 20 a 19. In questi giorni, qualcuno ha avanzato addirittura la possibilità del coprifuoco per l’illuminazione pubblica, oltre che la chiusura anticipata dei centri commerciali.

L’obiettivo è tenersi da parte perlomeno 4-5 miliardi di metri cubi di gas, col metano che verrà per la maggior parte usato per il riscaldamento domestico. A giocare a favore dell’Italia sono anche le riserve stoccate, in grado di garantire il superamento dell’inverno anche nel peggiore dei casi e di evitare che l’asticella dei tagli venga alzata fino al 15%. Per quanto riguarda l’illuminazione pubblica, alcuni Comuni potranno optare per l’abbassamento dell’intensità o addirittura per lo spegnimento almeno del 40% dei lampioni. La deadline per tutti i Paesi Ue è fissata a settembre. Ma c’è chi ha deciso di giocare d’anticipo. La speranza è che l’inverno, alla fine, possa non essere così complicato come ci si aspetta.

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