In pensione anticipata con la 104, c’è chi può: quali sono i requisiti

In pensione con l’Ape Sociale. Una misura riservata anche ai caregiver, anche se solo a determinate condizioni. Cosa c’è da sapere.

 

Un quadro di agevolazione che comprende misure mirate sia per chi soffre condizioni di invalidità che per coloro che li assistono. Parenti naturalmente, genitori, figli o coniugi.

Pensione anticipo 104
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Le indennità vengono attribuite a prescindere dallo status di lavoratore o meno. Condizione essenziale, chiaramente, il fatto che la disabilità sia riconosciuta dalle apposite commissioni mediche. Il tutto, connotato nell’assetto normativo della Legge 104, la quale finisce per coinvolgere nel novero delle agevolazioni anche i pensionati. O i futuri pensionati. Esistono infatti delle misure che permettono un pensionamento anticipato anche per i lavoratori che, oltre al loro normale impiego, svolgono da anni l’assistenza continuata a un familiare disabile. Senza contare che, in caso vi fossero figli a carico, la misura sarebbe altrettanto agevole e potenziata da un provvedimento come quello dell’Ape Sociale (recentemente rafforzato).

I destinatari della misura sono quindi i cosiddetti caregiver, ossia i familiari che svolgono mansioni di assistenza domestica al proprio familiare in condizione di disabilità. Con la Legge 104, inoltre, subentrano al contempo anche agevolazioni e sconti volti a dare la possibilità a tali categorie di andare in pensione con un discreto anticipo. Al pari di coloro che svolgono i cosiddetti lavori usuranti. Il pensionamento anticipato rientra fra le agevolazioni concesse, secondo le disposizioni dell’Ape Sociale. Tutto, chiaramente, in base a determinati requisiti, innanzitutto anagrafici.

Legge 104, pensione anticipata per i caregiver: ecco come fare

Il funzionamento base risulta quindi quello dell’Ape Sociale, ossia una misura sia pensionistica che assistenziale. In questo caso, il familiare che assiste un parente con disabilità grave potrà uscire in anticipo dal mondo del lavoro, per l’esattezza a partire dai 63 anni di età. Per la precisione, si parla di uno dei cosiddetti “scalini” che accompagnano il prossimo pensionato a quello che sarà l’assegno di uscita a tutti gli effetti, quello della pensione di vecchiaia (ottenibile a 67 anni). Quello anagrafico, però, sarà solo il primo dei requisiti messi a disposizione dal sistema di pensionamento anticipato. Per accedere al trattamento, infatti, il caregiver dovrà essere in possesso di ulteriori prerogative che saranno a tutti gli effetti determinanti.

Accanto ai 63 anni compiuti, il pensionando dovrà aver versato perlomeno 30 anni di contributi e aver svolto 6 mesi di assistenza continuativa al proprio familiare disabile. Attenzione al grado di parentela, perché l’Ape Sociale non sarà ad appannaggio di chiunque, o quantomeno lo sarebbe solo nel rispetto di un ordine di priorità. Chi riceve l’assistenza dovrà essere parente di primo grado di chi assiste, coniuge se sposato oppure genitori, fratelli e affini fino al secondo grado. A meno che la persona invalida non abbia parenti stretti con oltre 70 anni di età. Inoltre, altro requisito base, è quello della convivenza fra il soggetto con disabilità e chi lo assiste.

Qualora vi fossero figli a carico, vi sarà uno sconto sui contributi, pari a un anno in meno fino a un massimo di tre anni. Va ricordato, tuttavia, che nessun assegno di questo tipo può superare i 1.500 euro al mese, peraltro senza possibilità di integrazione al trattamento minimo né agli assegni familiari. Tutto fino ai 67 anni.

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