Pensioni 2023, finalmente veri aumenti per tutti: i nuovi importi

Nel 2023 assisteremo a reali aumenti sulle pensioni. Le insoddisfazioni legate alla rivalutazione anticipata rimarranno un brutto ricordo.

Oggi è il 2,2%, domani sarà l’8%. L’aumento della percentuale del tasso di perequazione consentirà di ottenere pensioni realmente più ricche?

pensioni 2023
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La promessa di aumenti sugli assegni pensionistici tramite il Decreto Aiuti Bis è stata realizzata in parte. L’importo sul cedolino sarà più alto dal mese di ottobre per tre mesi ma le cifre aggiuntive saranno irrisorie e insufficienti per arginare le difficoltà legate all’inflazione. Se l’intento dell’esecutivo sarebbe dovuto essere quello di garantire più risorse economiche ai cittadini per affrontare i rincari, ebbene non è stato raggiunto. Il taglio del cuneo fiscale del 2% per i lavoratori e la rivalutazione anticipata delle pensioni con annesso conguaglio dello 0,2% (per un aumento totale del 2,2%) non si sono dimostrati interventi decisivi e hanno disatteso le aspettative. Ma cosa accadrà alle pensioni nel 2023 quando il meccanismo di perequazione verrà applicato totalmente?

Pensioni 2023, ci saranno veri aumenti?

Da gennaio 2023 le pensioni aumenteranno per effetto del meccanismo di perequazione. Ad inizio di ogni anno, infatti, gli importi pensionistici vengono adeguati al costo della vita. Data la crescita esponenziale dell’inflazione e l’aumento dei prezzi si prevedono assegni più ricchi per tutti i cittadini. A differenza della rivalutazione anticipata ad ottobre, il tasso di riferimento non sarà del 2,2% ma dell’8%. Inoltre, non ci sarà alcuna soglia reddituale né altri paletti a limitare il numero di beneficiari. Con l’intervento previsto dal DL Aiuti Bis, invece, la rivalutazione riguarderà unicamente i pensionati con redditi inferiori a 35 mila euro e rimangono inspiegabilmente esclusi i percettori di assegni sociali e gli invalidi civili.

Con l’anno nuovo tutti i pensionati potranno gioire degli aumenti ed evitare una perdita eccessiva del potere d’acquisto dei propri soldi. La rivalutazione sarà del 100% per chi percepisce una pensione inferiore a 4 volte il trattamento minimo, del 90% per importi tra quattro e cinque volte il trattamento minimo e del 75% per pensioni superiori a cinque volte il trattamento minimo.

A quanto ammonteranno gli aumenti

La rivalutazione anticipata delle pensioni comporterà aumenti nel cedolino tra i 10 euro (per le pensioni minime) e i 50 euro (per una pensione di 2.500 euro). Cifre molto basse, come già detto, che fortunatamente aumenteranno nel 2023. Se il tasso sarà realmente dell’8% si dovrà calcolare un 6% aggiuntivo rispetto al 2% deciso dal DL Aiuti Bis.

Ecco che la pensione minima passerebbe da 524,35 euro a 566,29 euro; su una pensione di 1.000 euro sarebbe applicato un aumento di 60 euro (720 in un anno); su una pensione di 2 mila euro un aumento di 120 euro al mese (1.440 euro in un anno) mentre chi percepisce 2.500 euro al mese noterebbe un aumento di 180 euro al mese (2.160 euro circa all’anno). L’assegno sociale, invece, passerebbe da 468,11 euro a 505 euro e la pensione di invalidità civile da 291,98 euro a 315,33 euro.

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