Escherichia coli nel mare, l’emergenza continua: i sintomi che devono mettere in allarme

L’emergenza Escherichia Coli nel mare che bagna le spiagge della riviera romagnola non si placa. Scopriamo quali sono i sintomi a cui prestare attenzione.

Il pericoloso batterio può avere conseguenze importanti per le persone. Ecco come riconoscere i sintomi e come prevenire l’infezione.

Escherichia Coli
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Da pochi giorni è scattato il divieto di balneazione in venti spiagge della Romagna a causa del superamento della soglia limite di Escherichia Coli nelle acque del mare. Si tratta di un batterio normalmente presente nella flora batterica ma che in alcuni casi può determinare patologie gravi. Da qui l’allerta per i bagnanti della riviera romagnola con sanzioni fino a 500 euro per chi avesse disobbedito al divieto. L’allerta è durata 24 ore – miracolosamente i parametri sono tornati entro i limiti – ma le infezioni potrebbero ancora manifestarsi.

Escherichia coli, come riconoscere l’infezione

Seppure l’emergenza legata ai parametri elevati di Escherichia Coli nell’acqua sia rientrata, il pericolo del manifestare l’infezione è ancora presente. Il batterio se prolifera o giunge al tratto urinario può causare, infatti, seri problemi. Conseguenze per l’organismo sono diarrea, infezione delle vie urinarie, infezione enterica, infezione batteriemia o invasiva.

È stata riscontrata anche la prostatite così come una malattia infiammatoria pelvica. Nei casi di infezioni da ceppi molto aggressivi, l’Escherichia Coli provoca diarrea con sanguinamento, diarrea infiammatoria, diarrea acquosa fino ad arrivare alla setticemia o alla meningite fatale. I soggetti più fragili possono manifestare, poi, pericolose insufficienze renali e sindromi emolitiche uremiche. Per riconoscere l’inizio di un’infezione bisogna prestare attenzione ad alcuni sintomi specifici ossia la nausea, il vomito, la diarrea e forti dolori addominali.

Come tutelarsi dal batterio

Per evitare il proliferare dell’Escherichia Coli è importante sapere come aumenta il pericolo di infezione. Di solito, l’infezione parte dall’acqua o dal cibo contaminato dal batterio (frutta e verdura non lavati accuratamente, carne cruda o poco cotta, latte non pastorizzato). Si può essere contagiati, poi, da persone che non si sono lavate le mani dopo aver espletato le funzioni fisiologiche (modalità di trasmissione oro-fecale) o dopo essere stati a contatto con una superficie contaminata. L’acqua del mare, ad esempio, è un veicolo a cui prestare attenzione. Anche se, ad oggi, l’emergenza è rientrata non è detto che possa rimanifestarsi nella costa romagnola o in altri litoranei italiani.

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