Bonifico, operazione a rischio: mai dimenticare questo dettaglio

Effettuare un bonifico è cosa frequente per chi possiede un conto corrente bancario. Tuttavia, alcuni requisiti sono essenziali per la sua regolarità.

 

Quando si parla di bonifico, vanno fatte alcune considerazioni. Si tratta infatti dell’operazione bancaria probabilmente più popolare, potenziata ulteriormente dalle piattaforme home banking.

Bonifico componenti necessarie
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In secondo luogo, si tratta di una forma di transazione monetaria fra le più affidabili, proprio perché svolta direttamente tramite i canali della banca. La quale, di fatto, si fa garante del trasferimento del denaro dal committente al beneficiario. C’è però un altro effetto non trascurabile, presente proprio in virtù di queste caratteristiche. Dal momento che la banca permette una transazione tramite i suoi canali, è necessario che il tutto avvenga nell’assoluto rispetto delle regole. Anche perché il bonifico consente verifiche sul piano fiscale, in quanto rientra fra le forme di pagamento definite “tracciabili”. Ossia, perfettamente verificabili al fine di monitorare la regolarità del contribuente sul piano dichiarativo.

Detto questo, è intenzione delle autorità competenti il potenziamento dello strumento anche per quel che riguarda le transazioni meno corpose. Solitamente, infatti, il bonifico viene utilizzato per passaggi di denaro con protagoniste cifre più ingenti, anche a più zeri. Tuttavia, sempre nell’ottica di favorire la tracciabilità dei pagamenti, si è deciso di seguire la stessa strada segnata per le transazioni elettroniche. L’obiettivo, in pratica, resta quello di aprire tali strumenti anche ai versamenti meno ingenti, facilitando il tutto tramite il potenziamento dell’home banking. In sostanza, pagamenti sempre meno “fisici” e sempre più digitali.

Bonifico, i dettagli da non dimenticare mai: ecco quali rischi si corrono

Indubbiamente annoverabile fra i sistemi “sicuri”, il bonifico deve però rispondere a tutti i crismi del caso. Innanzitutto andranno specificate le informazioni base, ossia quelle relative al committente e al destinatario. Si tratta chiaramente di dati anagrafici o della ragione sociale di chi paga e riceve. Inoltre, dovrà essere indicato l’Iban del destinatario, quindi il codice identificativo che consentirà la transazione regolare del denaro e, soprattutto, la sua consegna nelle mani giuste. Anche se esistono dei sistemi di sicurezza che, di default, invaliderebbero il bonifico qualora l’Iban fosse errato, a meno che non si vada a inserirne uno corrispondente a un altro destinatario. In questo caso, l’elaborazione dell’errore e il recupero del denaro sarebbero operazioni più complesse (anche se non impossibili). Naturalmente, cruciale sarà anche la causale, ossia la motivazione del pagamento.

Specie di recente, con l’incremento dei controlli sulle transazioni sospette, giustificare i propri pagamenti è requisito imprescindibile. Sia per effettuare l’operazione in sicurezza che per scongiurare eventuali controlli dovuti a discrepanze riscontrati nelle verifiche fiscali. Transazioni sospette, infatti, possono essere segnalate dalla banca all’Unità di informazione finanziaria (Uif), specie se l’importo dovesse essere superiore a 5 mila euro. Questo per scongiurare operazioni volte a riciclaggio e altri potenziali reati. A partire dal 2017, inoltre, è possibile operare il cosiddetto “bonifico istantaneo”, ossia un trasferimento rapido di denaro e pressoché immediato. Utile ma più difficile da tracciare in modo tempestivo. E, per questo, anche le operazioni (eventuali) di rimborso potrebbero essere più difficili.

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