Lavoro, se le temperature superano i 35 gradi puoi restare a casa: e ti pagano

Occhio alle alte temperature tipiche della stagione estiva in quanto in questo caso si ha diritto alla cassa integrazione. Ecco la verità che non ti aspetti.

Se fa troppo caldo l’azienda può richiedere all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale il riconoscimento della cassa integrazione. Ma come funziona e chi ne ha diritto? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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L’attività lavorativa ricopre un ruolo importantissimo nella nostra vita, in quanto ci consente di ottenere il denaro di cui necessitiamo per pagare i vari beni e servizi di nostro interesse. Non sempre, però, le cose vanno come desiderato. Basti pensare che vi sono molti lavori poco pagati. Una forma di schiavitù nascosta nei guadagni, che porta ad accettare compensi davvero molto bassi. Tutto ciò a fronte di tante ore di duro lavoro.

Se tutto questo non bastasse, anche le condizioni lavorative non sono sempre delle migliori. Proprio per questo motivo è sempre bene sapere quali siano i propri diritti, in modo tale da tutelarsi. A tal proposito, ad esempio, interesserà sapere che se fa troppo caldo l’azienda può richiedere all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale il riconoscimento della cassa integrazione. Ma come funziona e chi ne ha diritto? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Estate, occhio alle alte temperature, in questo caso si ha diritto alla cassa integrazione: cosa c’è da sapere

Come già detto, nel caso in cui faccia troppo caldo l’azienda può richiedere all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale il riconoscimento della cassa integrazione. Ma come funziona e chi ne ha diritto? Ebbene, come si evince da un comunicato stampa congiunto di Inail e Inps del 26 luglio 2022:

“Le imprese potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della CIGO quando il termometro supera i 35° centigradi. Ai fini dell’integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature “percepite””.

I due istituti hanno quindi reso note le linee guida per prevenire le patologie da stress
termico. A tal fine non sarà necessario allegare bollettini meteo, ma solamente indicare le giornate di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Il tutto avendo cura di specificare il tipo di lavorazione svolto nelle giornate in questione.

Estate, occhio alle alte temperature, in questo caso si ha diritto alla cassa integrazione: cosa c’è da sapere

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, infatti, provvede in moto autonomo ad acquisire d’ufficio i bollettini meteo e a fare le relative valutazioni a seconda del tipo di lavoro svolto. Come già detto, inoltre, è possibile richiedere la cassa integrazione anche in presenza di temperature al di sotto dei 35 gradi centigradi.

Questo semplicemente andando a prendere come riferimento non solo le temperature registrate dai bollettini meteo ma anche quelle percepite. Quest’ultime, è bene ricordare, più elevate rispetto a quelle reali. Il tutto tenendo sempre conto del tipo di lavoro svolto. Tra questi, come si evince sempre dal comunicato stampa di Inps e Inail si annoverano ad

“esempio i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore”.

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