Anticipo TFR: un diritto del lavoratore che il datore di lavoro potrebbe non accogliere

Il lavoratore ha il diritto di chiedere l’anticipo TFR in presenza di specifiche situazioni. Tuttavia, il datore di lavoro può non accogliere la richiesta.

Il trattamento di fine rapporto è una prestazione economica che spetta al lavoratore subordinato nel momento in cui cessa il rapporto di lavoro. Tuttavia, il lavoratore, che ha bisogno di liquidità quando il rapporto di lavoro è in corso, ha l’opportunità di chiedere un anticipo TFR.

anticipo TFR
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La legge ammette specifici casi in cui il lavoratore dipendente può chiedere l’anticipo del trattamento di fine rapporto, prima che rapporto di lavoro si è terminato. Sebbene questo rappresenti un diritto per il lavoratore, il datore di lavoro ha la possibilità di rifiutare la richiesta in presenza di particolari condizioni.

Scopriamo quali sono i casi in cui il lavoratore può chiedere il trattamento prima del termine del rapporto di lavoro? Ma soprattutto diamo un’occhiata alle condizioni previste della legge, affinché il lavoratore possa esercitare tale diritto?

Anticipo TFR: di cosa si tratta e quando può essere chiesto

Il trattamento di fine rapporto è una prestazione economica che spetta al lavoratore dipendente e che matura di anno in anno. In sostanza, il datore di lavoro è tenuto ad accantonare una somma di denaro proporzionata allo stipendio del lavoratore subordinato.

In questo modo, si forma la somma di denaro che sarà, poi, corrisposta al dipendente alla cessazione del rapporto di lavoro.

La legge ammette la possibilità per il lavoratore di chiedere l’anticipo di una quota del trattamento di fine rapporto. Tuttavia, occorre che sussistano specifiche condizioni.

Affinché un lavoratore possa accedere all’anticipo del TFR, occorre che gli abbia maturato i requisiti previsti dalla legge per ottenere l’emolumento.

In particolare, è possibile richiedere l’anticipo TFR solo dopo aver maturato almeno 8 anni di servizio presso la stessa azienda. Se il requisito di anzianità sussiste, il lavoratore può chiedere al datore di lavoro di concedergli il 70% dell’importo totale del TFR maturato.

In alcuni casi specifici, la legge ammette che l’azienda possa rifiutare la richiesta del lavoratore. In sostanza, ogni azienda può soddisfare solo una minima percentuale delle richieste di anticipo.

Inoltre, tali richieste devono essere opportunamente giustificate.

Di fatto, la normativa prevede il diritto l’anticipo TFR, purché la richiesta del lavoratore sia corredata da valide necessità: affrontare spese sanitarie straordinarie o per l’acquisto della prima casa.

Quando può essere chiesto l’anticipo del trattamento di fine rapporto?

Il trattamento di fine rapporto può essere richiesto in anticipo dal lavoratore una sola volta durante la sua intera carriera lavorativa, presso la stessa azienda.

La legge prevede delle specifiche motivazioni che permettono al lavoratore di accedere a tale diritto, cioè per:

  • Acquisto della prima abitazione per sé stesso o per un figlio;
  • Riscatto dell’abitazione già occupata ad altro titolo;
  • Acquisto del suolo sul quale andrà edificata l’abitazione;
  • Affrontare spese per la costruzione o la ristrutturazione di un’abitazione da adibire a prima casa.

La legge non considera ammissibili le motivazioni legate alla ristrutturazione della casa già di proprietà o al rimborso dei debiti che causerebbero l’espropriazione della casa.

Sebbene, la normativa offra la possibilità ad ogni lavoratore di chiedere l’anticipo TFR un’unica volta alla stessa azienda, la legge ammette delle specifiche eccezioni per le quali la richiesta può essere ammessa due volte.

Casi in cui datore di lavoro può rifiutare la richiesta?

La legge ha stabilito che il datore di lavoro, nei limiti delle casistiche sopra elencate, non può rifiutarsi di concedere l’anticipo del TFR al proprio lavoratore. Tuttavia, sono previste delle dovute eccezioni.

Nello specifico il lavoratore ha la facoltà di rifiutare di anticipare il TFR quando lo stesso lavoratore presenta la richiesta due volte. Inoltre, il datore di lavoro ha la possibilità rifiutare la richiesta di anticipo Tfr nel caso in cui venga superato il limite del 10% annuo degli aventi diritto.

A tale proposito è doveroso ricordare che la legge stabilisce che ogni datore di lavoro è tenuto a soddisfare le richieste, su base annuale, entro il limite del 10% degli aventi diritto. Ma anche del 4% del numero totale dei dipendenti.

Pertanto, le aziende piccole, che hanno meno di 25 dipendenti, non sono obbligate a riconoscere l’anticipo del trattamento di fine rapporto, poiché il 4% del totale dei dipendenti è inferiore ad 1 unità.

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