Un Decreto attuativo ha chiarito i dettagli del Social Bonus. Scopriamo a chi spetta, le condizioni di accesso e le detrazioni applicate.
Le regole attuative del Social Bonus sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Ora non ci sono più dubbi su chi può recuperare i soldi.
Il Social Bonus prevede un credito d’imposta a fronte di erogazioni liberali rivolte al recupero di beni assegnati agli enti del terzo settore. Le categorie riguardano immobili pubblici inutilizzati e beni mobili o immobili soggetti a confisca dalla criminalità organizzata. La misura è dedicata a persone fisiche, agli enti che non svolgono attività commerciale e a tutte le imprese indipendentemente dal settore in cui operano, dalla forma giuridica o dal regime contabile adottato. Per poter approfittare del credito d’imposta è necessario che ogni pagamento sia stato effettuato con mezzi tracciabili come bonifici, bancomat, carte di credito e debito o assegni.
Social Bonus, conosciamo meglio i dettagli della misura
Il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale ieri, 14 luglio 2022, rendendo noti i dettagli del Social Bonus. Come accennato, la misura eroga un credito d’imposta a chi soddisfa i requisiti in percentuali differenti. Il credito previsto è del 65% per le erogazioni liberali in denaro corrisposte da persone fisiche e del 50% per le erogazioni liberali in denaro corrisposte da enti e società.
I richiedenti dovranno soddisfare i limiti del 15% di reddito imponibile (per persone fisiche, enti e società che non svolgono attività commerciali) e del 5 per mille dei ricavi in un anno (per i titolari di reddito di impresa).
Come utilizzare il credito d’imposta
Il Decreto attuativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale indica le modalità di utilizzo del credito d’imposta. Nello specifico il credito verrà ripartito in tre quote annuali di importo equivalente. I soggetti fisici, gli enti e le società non commerciali potranno presentare il credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui è stata effettuata l’erogazione liberale. Superando il limite, la quota in eccesso potrà essere detratta nella dichiarazione dei redditi successiva fino a che il credito si esaurirà. Le persone titolari di reddito di impresa, infine, possono utilizzare il credito unicamente in compensazione a partire dal periodo d’imposta successivo a quello delle erogazioni liberali.
Per conoscere il codice tributo da utilizzare nel modello F24 occorrerà attendere la definizione dell’Agenzia delle Entrate.