Estate, se fa troppo caldo il lavoratore può rifiutarsi di lavorare? La verità che non ti aspetti

Se fa troppo caldo il lavoratore può rifiutarsi di lavorare e continuare a percepire lo stipendio? Ecco la verità che non ti aspetti.

Sono in molti a chiedersi se un lavoratore può rifiutarsi di lavorare nel caso in cui faccia troppo caldo oppure troppo freddo. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

lavoro caldo
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“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione“. Questo è quanto recita l’articolo 1 della Costituzione Italiana, a chiara dimostrazione di come proprio l’attività lavorativa ricopra un ruolo senz’ombra di dubbio importante nella nostra vita, consentendoci di attingere alla fonte di reddito necessaria per far fronte alle varie spese.

Non sempre, però, le cose vanno come sperato e a tal proposito abbiamo avuto modo di vedere assieme quali sono i lavori poco pagati. Una forma di schiavitù nascosta nei guadagni, che porta ad accettare compensi bassi, a fronte di tante ore di duro lavoro. Sempre in tale ambito, pertanto, non stupisce che siano in molti a chiedersi se un lavoratore può rifiutarsi di lavorare nel caso in cui faccia troppo caldo oppure troppo freddo. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Estate, se fa troppo caldo il lavoratore può rifiutarsi di lavorare: tutto quello che c’è da sapere

Come già detto, sono in molti a chiedersi se un lavoratore può rifiutarsi di lavorare nel caso in cui faccia troppo caldo oppure troppo freddo. Il tutto continuando allo stesso tempo a percepire lo stipendio. Una domanda più che legittima, soprattutto considerando i possibili danni alla salute dei dipendenti a causa del caldo torrido.

Ebbene, bisogna sapere che si tratta di una questione che rientra nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro. Come previsto dall’articolo 2087 del Codice civile, d’altronde, il datore di lavoro è obbligato a tutelare la salute e l’integrità fisica e morale dei propri dipendenti.

A sua volta il d.lgs 81/2008, meglio noto come testo unico sulla sicurezza, raccoglie le norme che regolano la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro. Proprio grazie a quest’ultimi viene messo in evidenza l’obbligo del datore di lavoro di prevenire ad esempio il rischio di stress termico.

Nel caso in cui il datore di lavoro non rispetti tale obbligo, ecco che il lavoratore può sospendere l’attività lavorativa per il troppo caldo o troppo freddo, continuando allo stesso tempo a percepire lo stipendio.

Estate, se fa troppo caldo il lavoratore può rifiutarsi di lavorare: gli obblighi del datore

Entrando nei dettagli, infatti, è bene sapere che è compito del titolare fare in modo che l’ambiente di lavoro risulti idoneo ad evitare qualsiasi forma di rischio di stress termico. Ove questo non risulti possibile, perché ad esempio si tratta di un lavoro che viene svolto all’esterno, deve comunque attuare tutte le misure di prevenzione necessarie.

Ad esempio bisogna ridurre l’attività lavorativa nelle ore più calde, ovvero dalle 14 alle 17. A tal fine si rivela opportuno ricordarsi di programmare le attività più pesanti nelle ore più fresche della giornata.

Ma non solo, bisogna garantire la disponibilità di acqua sul posto di lavoro. A questi bisogna aggiungere tanti altri piccoli accorgimenti volti a mettere il dipendente nelle condizioni di lavorare, senza mai mettere a rischio la sua salute.

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