Pensione di reversibilità: si riceve o meno con altre entrate di denaro?

La pensione di reversibilità può rappresentare l’unica forma di sostentamento per uno specifico nucleo familiare, ma non sempre.

Cosa succede in una famiglia in cui la pensione di reversibilità rappresenta l’unica entrata mensile? Cosa succede se a questa vanno ad accumularsi altri redditi provenienti da altre posizioni? Questa la domanda che si pongono milioni di italiani spesso protagonisti di situazioni per cosi dire “miste”. La pensione di reversibilità può subire in alcuni casi delle modifiche.

pensione luglio
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Considerare la pensione di reversibilità ricevuta per la perdita di un congiunto, un emolumento ad importo fisso è assolutamente sbagliato. Nel caso specifico insomma ci troviamo di fronte ad una cifra determinata da una serie di dinamiche che possono riguardare anche proprietà e presenza di altri redditi da parte della persona interessata. Di conseguenza si può affermare che tale tipologia di pensione può variare per quanto riguarda l’importo di fronte alla presenza di diverse entrate di denaro.

La Corte Costituzionale ha affermato che in caso di cumulo tra pensione di reversibilità ed altri redditi la prima non può essere tagliata oltre l’ammontare dei redditi complessivo altrimenti il soggetto ne uscirebbe assolutamente danneggiato. Si è deciso insomma, anche attraverso la pronuncia della Consulta che non si potrà mai scendere sotto una determinata soglia. Chi ha subito una decurtazione troppo “importante” può rivalersi in un certo senso direttamente sull’Istituto di previdenza sociale.

Pensione di reversibilità: in quali modi e di quanto può essere ridotta in presenza di altri redditi

Una specifica normativa che porta la data del 1995 stabilisce che il cumulo de redditi di pensione con altri redditi percepiti dal soggetto in questione devono sottostare, per cosi dire, a determinati schemi. Non bisogna andare oltre per il massimo del triplo del trattamento minimo consentito (523,83 euro). Il soggetto interessato all’erogazione della pensione di reversibilità percepisce il 60% della pensione ricevuta dal coniuge defunto.

Nel caso in cui i redditi personali risultano essere compresi tra le tre e le quattro volte rispetto al trattamento minimo, la pensione di reversibilità viene calcolata con il 45% della quota percepita dal coniuge defunto. Altri redditi, per il beneficiario che possono arrivare al quadruplo del trattamento minimo percepibile, la reversibilità scende al al 36% come quota.

Esiste inoltre una particolare norma definita clausola di salvaguardia, considerata per evitar che una eccessiva decurtazione porti la soglia della pensione di reversibilità al di sotto, in caso di cumulo con altri redditi, di quanto previsto se il redito fosse compreso entro il massimo limite della fascia precedente.

La Corte Costituzionale ha esaminato il seguente caso, in merito alla questione: “Una titolare di pensione di reversibilità aveva percepito redditi aggiuntivi, e le era stata applicata una decurtazione superiore al loro importo complessivo: precisamente, il suo reddito personale, nell’annualità considerata, era stato di 30mila euro, ma il taglio alla sua pensione di reversibilità era stato di oltre 43mila euro. Quindi, ci aveva rimesso più di 13mila euro; e la stessa cosa era successa negli anni seguenti”. Ciò è ritenuto paradossale dalla stessa Consulta.

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