Vera: come funziona il nuovo strumento usato dal Fisco per controllarci

Per stanare i potenziali evasori l’Agenzia delle Entrate ha recentemente introdotto il nuovo strumento di verifica dei rapporti finanziari (Vera).

L’evasione fiscale nel nostro Paese rappresenta da sempre il tallone d’Achille dell’economia.

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Foto © AdobeStock

Per contrastare questo fenomeno, largamente diffuso da nord a sud, l’Agenzia delle Entrate proprio recentemente ha predisposto l’utilizzo di un nuovo strumento. Vera, sigla che sta per Verifica dei rapporti finanziari, nasce con lo scopo di combattere e prevenire il diffondersi dell’evasione fiscale, come peraltro era previsto nella legge di Bilancio del 2020.

Grazie a delle scrupolose analisi del rischio l’ente può così migliorare l’attività di verifica e procedere con controlli mirati per scoprire i potenziali evasori. Gli operatori finanziari già dal 2011 hanno l’obbligo di informare l’Anagrafe Tributaria sui movimenti dei rapporti attivi e sui saldi oltre che la comunicazione obbligatoria all’Anagrafe dei rapporti finanziari. Con Vera l’Agenzia si dota di un ulteriore valido strumento per mettere a frutto i controlli antievasione: funzionerà incrociando le banche dati e utilizzando gli applicativi informatici in possesso dei vari uffici.

Verranno selezionate in particolare le posizioni a rischio evasione e con il supporto dell’analisi del rischio verranno alla luce le situazioni maggiormente sospette. In questo modo non si disperderanno risorse per i controlli ad ampio raggio eseguiti per contestazione di natura formale, ma emergeranno soltanto le posizioni più rilevanti ai fini del rischio evasione.

Gli strumenti a disposizione delle Entrate sono stati adeguati e rinnovati grazie al piano di digitalizzazione del PNRR e lavoreranno di concerto con le informazioni già in possesso dell’amministrazione finanziaria e quelle più nuove fornite dall’Archivio dei rapporti finanziari. Quindi Vera serve per potenziare il modo di effettuare controlli, che diventano più mirati e meno dispersivi.

Vera: come funziona

In pratica a livello centrale verranno elaborati degli elenchi tenendo conto dei fattori di rischio, incrociando i dati forniti dall’Anagrafe Tributaria e le informazioni rese dagli operatori dell’Archivio dei rapporti finanziari. Tutta questa mole di dati verrà poi trasmessa alle Direzioni regionali e provinciali: saranno loro infatti, previa analisi delle varie posizioni, ad orientare l’attività di controllo verso quelle più dubbie ai fini dell’evasione. Questi enti inoltre, una volta individuate le posizioni anomale, procederanno con la notifica di provvedimenti appositi.

L’utilizzo di Vera e degli altri strumenti di controllo fiscale servirà all’Agenzia delle Entrate anche per applicare misure antievasione nei confronti delle associazioni senza scopo di lucro. Ricordiamo che le associazioni sono tenute a comunicare e trasmettere all’Agenzia delle Entrate il modello Eas, che contiene tutti i dati fiscali dell’ente. Nello specifico l’ente di controllo potrà fornire una lista in cui rientrano tutte le associazioni che hanno goduto in maniera indebita di trattamenti di favore per quel che riguarda i contributi e le quote associative versati dagli associati.

L’Agenzia effettua il monitoraggio anche relativamente all’antifrode e lo fa utilizzando due modalità diverse. Innanzitutto viene potenziata, tramite sistemi informatici più innovativi, l’attività di allerta precoce e di prevenzione e poi vengono stanziate maggiori risorse per i controlli e le indagini al fine di essere più incisivi nel contrastare le frodi più gravi, sia a carattere nazionale che internazionale.

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