Nessuno tocchi la bicicletta: la multa è una mazzata

La passione per il tuning potrebbe farci passare qualche guaio. Specie se, a essere modificato, fosse il motore della nostra bicicletta elettrica.

 

Probabilmente, almeno una volta, sarà capitato di sentir parlare del tuning. Anche se, per chi non è appassionato di auto, difficilmente si avrà reale contezza di cosa si tratti.

Bicicletta multa
Foto © AdobeStock

Eppure, specie nell’ultimo decennio, l’applicazione di diverse varianti di tuning (termine che indica la modifica di un veicolo, più o meno a piacimento, rispetto agli standard di produzione) hanno raggiunto vette inaspettate. C’è chi mette mano al proprio veicolo per adeguarlo a ospitare impianti stereo specifici e dotati di sound da tapparsi le orecchie. Altri, invece, scelgono di apportare modifiche estetiche, a livello di livrea e carrozzeria, altri ancora di apportare migliorie all’impianti di illuminazione. E, naturalmente, c’è anche chi decide di andare sulla meccanica, toccando il motore e adeguando le marmitte a prestazioni decisamente superiori al normale. Un tipo di modifica che non riguarda solo le auto.

Occhio dunque a credere che il tuning si riferisca solo alle casse dell’audio. Molto spesso, una normale utilitaria può trasformarsi in una vettura fin troppo performante, modificata nelle sue impostazioni più basilari. Il che, naturalmente, impone una serie di accortezze per far sì che la Legge non finisca per bussare alla nostra parte. Ad esempio, qualora si dispongano casse particolari per il sound del nostro stereo, è chiaro che il volume non potrà andare oltre un certo livello. Anche per preservare le nostre stesse orecchie. Per quanto riguarda le modifiche al motore, l’attenzione dev’essere anche più elevata. Persino se, a essere modificata, non fosse un’auto ma anche un mezzo che il motore non ce l’ha. Come la bicicletta.

Modifiche alla bicicletta, la Legge ci tiene d’occhio: ecco cosa non fare

Non è un caso che, qualche anno fa, Paolo Conte si riferiva alla bicicletta come “velocità silenziosa” in una sua famosa canzone. Nello stesso testo, però, diceva pure che “una bici non si ama” ma “si lubrifica e si modifica”. Esattamente quello che fa qualcuno, trasformando la propria bicicletta in una modernissima E-Bike, totalmente elettriche e fornite, sempre più spesso, del sistema di pedalata assistita. Il che, naturalmente, significa una velocità decisamente maggiore a fronte di uno sforzo minore. Togliendo il gusto della più genuina concezione della bicicletta come mezzo di trasporto che, più di tutti, richiede una piena efficienza fisica. Appoggiandosi totalmente sulle nostre gambe per poter andare avanti. Ecco, se i pedali non sanno funzionare da soli nella maggior parte dei casi, l’E-Bike interviene per dimostrare il contrario.

Bisogna però fare attenzione, perché questo tipo di bici possono raggiungere i 25 chilometri orari, per poi non accelerare ulteriormente. Per questo ci sarebbe qualcuno che avrebbe pensato di dare una sistemata al motore elettrico per far sì che raggiungesse una velocità maggiore. Qualcosa che non è consentito dal Codice della Strada e che potrebbe provocare parecchi guai al proprietario dell’E-Bike. Sì, perché da bicicletta elettrica, questo mezzo diventerebbe a tutti gli effetti una piccolo motocicletta. Il Codice è stato aggiornato di recente proprio in funzione di queste violazioni (incluse quelle dei monopattini elettrici), attribuendo sanzioni fino a 7.563 euro per chi trasforma la sua bici in un mezzo più potente. Specialmente se fosse sprovvisto di casco. La multa per il “semplice” eccesso di velocità con questo mezzo è comunque elevata: fra 1.048 e 4.339 euro. Una mazzata tale da far dimenticare, probabilmente, la passione per il tuning.

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