Pensioni, aumento in vista: a chi toccano 50 euro in più

In base al tasso di inflazione, l’Inps rivede gli importi delle pensioni. A qualcuno spetterà l’aumento maggiore. Ecco di chi si tratta.

Non è esattamente un periodo tranquillo per le pensioni. In ballo, oltre al claudicante percorso verso la riforma, c’è la rivalutazione degli assegni in relazione al costo della vita.

Pensione aumento 50 euro
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Almeno da questo punto di vista, i pensionati sembrano poter stare tranquilli. L’aumento, almeno per le fasce reddituali interessati, sarà garantito proprio dal sistema di perequazione. Certo è che, a fronte di un’aggiunta sugli assegni, c’è da tenere in considerazione la necessità di far fronte a una maggiore difficoltà nel sostenere le spese quotidiane. Del resto, la rivalutazione degli assegni va esattamente in questa direzione, ponendosi come sostegno alla cittadinanza (in questo caso ai titolari di pensioni) in un momento di particolare criticità sociale. L’aumento del costo della vita, secondo i dati rilasciati dall’Istat, è superiore rispetto alle stime inizialmente previste. Il sistema di perequazione dovrà quindi intervenire per far sì che la ripartizione delle risorse non gravi su nessuna delle fasce reddituali.

È chiaro che, attorno al tasso di inflazione, ruota il concetto dei costi. I quali aumentano in proporzione al contesto di crisi che, al momento, risente sia dell’influenza della pandemia, ancor tangibile, che della guerra in Ucraina. A ogni modo, al netto delle emergenze sociali ancora in atto, gli indici sull’aumento medio del costo della vita vengono pubblicati ogni anno dall’Istat. Questo significa che, al debutto della nuova annualità, l’Istituto di statistica inizia a raccogliere i dati relativi alla risalita dell’inflazione e, quindi, alla discrepanza fra costi effettivi e potere d’acquisto dei consumatori. In base ai risultati, viene determinato il processo di rivalutazione degli assegni, sulle pensioni o sotto forma di ammortizzatori sociali in busta paga. Per quest’anno, il ricalcolo arride ai pensionati.

Rivalutazione delle pensioni: ecco a chi toccano i 50 euro in più

Trattandosi di un aumento basato sul tasso di inflazione, verrà determinato in relazione all’impatto di questa sui vari redditi dei nuclei familiari. Il ritmo del tasso d’inflazione è piuttosto sostenuto al momento, circa all’1,7%. E, secondo le previsioni, entro il 2023 si toccherà almeno l’1,9%. Per questo i ratei delle pensioni andranno alzandosi in proporzione per tutti i contribuenti italiani, nella misura di circa 50 euro in più sull’assegno mensile. E stavolta, l’aumento riguarda anche le pensioni di reversibilità, anche se a cifre leggermente inferiori (circa 10 euro). Il 100% dell’aumento, ossia i 50 euro totali, riguarderanno gli importi pensionistici compresi fra 500 e 2.400 euro. Inoltre, sempre a gennaio, accanto agli aumenti sugli assegni del mese dovrebbero essere corrisposti gli importi arretrati, ossia da inizio anno. Questo perché, inizialmente, la rivalutazione della pensione avviene sulla base dei dati Istat provvisori.

Il ricalcolo degli arretrati avviene esclusivamente nel caso in cui la differenza sia favorevole all’inflazione. In pratica, qualora il tasso inflazionistico sia superiore a quanto percepito. Come detto, si procederà per fasce di importo, a seconda delle prestazioni di cui si è beneficiari. L’indice di rivalutazione al 100% toccherà agli assegni fino a 2.062 euro lordi al mese, con perequazione piena per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo. Si scenda al 90% riconosciuto nel caso in cui vi sia il tasso di inflazione fino a 5 volte il trattamento minimo. Infine, il 75% di rivalutazione riguarderà gli assegni con lordo più alto. A questo punto i conti sono semplici: chi si avvicinerà di più allo scaglione con rivalutazione piena, otterrà 50 euro in più a gennaio 2023.

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