Pellet, non vi fate ingannare: i trucchi per riconoscere quelli migliori

Il pellet è tra le soluzioni più in auge in Italia per quanto riguarda il riscaldamento. Come capire quando il prodotto è di buona fattura 

Anche chi finora non si era mai approcciato a questo sistema si sta guardando intorno visti i forti rincari che si sono registrati in merito al gas negli ultimi mesi.

qualità pellet
foto adobe

Le opzioni per potersi riscaldare durante la stagione invernale sono ormai molteplici. Tra le più gettonate negli ultimi 15-20 anni c’è senz’altro la stufa a pellet. Garantisce calore anche in ambienti piuttosto vasti e possono essere programmate in base alle proprie esigenze anche attraverso palmari a distanza.

Una soluzione che in questa fase in cui il gas sta diventando sempre più un bene di lusso potrebbe diventare quasi una necessità per chi è alle prese con una situazione economica non proprio rosea.

Pellet: a quali caratteristiche bisogna badare per scegliere quello migliore

Per intraprendere la strada del risparmio non basta comprare una stufa a pellet, bensì è importante anche prediligere dei materiali di maggiore qualità che sono fondamentali per poter ridurre i costi. 

Di fatto il pellet è legno, o meglio di scarti di tale materiale che consentono di produrre calore. Naturalmente per forza di cose non è tutto uguale. Esistono varie tipologie in commercio, le quali possono giocare un ruolo determinante.

Per effetto di ciò, è molto importante sapere leggere le etichette e capire quale è di buona qualità. Così facendo si possono ottenere delle prestazioni migliori dalla stufa e si evita di rovinarla.

Quindi, nonostante alcune buste di pellet abbiano dei prezzi appetibili, sarebbe bene prediligere quelle che hanno un valore medio interno ai 4,5-5 kWh/Kg. Al di sotto di questa soglia, il materiale è da considerarsi scadente.

Altri valori da valutare preventivamente sono i residui di cenere (la percentuale non deve mai essere superiore all’1%) e il tasso di umidità. Quest’ultimo non deve sforare il 10%. Infatti se il pellet è piuttosto umido ha un minore potere calorifico.

Ultimo fattore ma non per importanza è la provenienza del legno. Anche in questo caso deve essere tassativamente riportata sull’etichetta. La certificazione per i prodotti italiani ed europei è la ENplus con tre marchi di qualità: A1, A2, e B. 

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