Birra e glifosato, cosa beviamo davvero: la ricerca che spiazza, migliori e peggiori

Una nota rivista tedesca ha analizzato diverse tipologie di birra. I risultati sono complessivamente buoni ma c’è un dato da non sottovalutare.

 

Dalla pasta alla birra, il passato è decisamente (e sfortunatamente) breve. Si torna a parlare di glifosato e, stavolta, in merito ad alcuni dei marchi più noti di una delle bevande più amate al mondo.

Birra glifosato
Foto da Pixabay

È dalla Germania, una delle patrie della birra, che arriva l’allarme. Una nota associazione a tutela dei consumatori, infatti, ha messo sotto i riflettori le pilsner più popolari in terra teutonica ma anche nel resto del mondo, Italia compresa. L’accostamento alla pasta non è casuale, visto che la presenza di tracce dell’erbicida nelle materie prime usate per realizzare l’alimento aveva fatto immediatamente sospettare una possibile contaminazione anche per quelle della birra. Partendo da requisiti precisi, quali gusto, colore, consistenza della schiuma, i ricercatori di Öko-Test hanno analizzato la composizione dei campioni ed effettuato prove di assaggio, così da realizzare una panoramica completa.

Non è la prima volta, così come la questione glifosato non è nuova per la birra. Alcune ricerche erano state effettuate già nel 2019, proprio per evidenziare l’eventuale presenza dell’erbicida nei prodotti destinati al largo consumo. C’è da dire che, negli ultimi anni, l’attenzione a tali dettagli (che poi dettagli non sono) è notevolmente aumentata. Merito della cresciuta consapevolezza sul tema e anche della migliorata concezione della tutela dei consumatori, anche e soprattutto in tempi di crisi. E anche i risultati ottenuti dai ricercatori di Öko-Test non sono poi così disastrosi: su 50 tipologie di birra analizzate, gli esperti ne consigliano ben 45 su 50.

Birra e glifosato, la classifica degli esperti: ecco migliori e peggiori

I giudizi ottenuti dalle 45 birre consigliate spaziano da “buono” a “molto buono”. E, alla fine della fiera, solo due tipologie hanno ricevuto la bocciatura al test. Dodici in tutto quelle in cui è stata trovata traccia di glifosato. Si tratta però di quantitativi infinitesimali, abbondantemente entro i livelli consentiti dalla Legge. A ogni modo, anche in questo senso si sta lavorando diversamente rispetto agli anni scorsi. L’uso degli erbicidi è da tempo finito sotto la scure delle autorità sanitarie europee e internazionali, non solo per una migliore qualità del prodotto finale ma anche per l’alterazione dell’equilibrio naturale che potrebbe provocare. A fare le spese della sostanza, infatti, sarebbero anche insetti utili per gli ecosistemi con le api. Per questo, anche a fronte di quantitativi minimi, le norme si stanno facendo via via più restrittive.

Interessante anche un altro dato: fra le birre analizzate, spiccano per risultati ottenuti le sole tre “bio”, completamente prive di tracce riconducibili al glifosato. Tutte sono state inserite nella top 10 delle migliori, assieme a marchi famosi e pluriconsumati a livello mondiale. Alla prova degli assaggi, spiccano ad esempio la Berliner Pilsner, oppure la Pilsner Urquell. E ancora, la Bitburger Premium Pils, Feldschlößchen Pilsner e Rothaus Pils. Viceversa, nella flop 10 rientrano la birra Pinkus Pils – Bioland e la Kaiserkrone Pils. I cui produttori non hanno mancato di fornire qualche spiegazione, facendo presente che la sostanza non viene usata in modo diretto e attribuendo la contaminazione a fattori esterni. Qualcosa di decisamente allarmante…

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