Acrilammide: cosa c’è all’interno della sostanza che mangiamo tutti i giorni

L’acrilammide è una sostanza che da diversi anni preoccupa molti studiosi. Vediamo che effetti può avere e in quali cibi è più alto il rischio di trovarla

L’Europa ha introdotto un Regolamento per ridurne il quantitativo nei cibi da parte delle aziende alimentari che producono prodotti di genere alimentare.

Acrilammide
Fonte Adobe Stock

I processi di produzione alimentare della società contemporanea vanno sempre tenuti sotto stretta osservazione. Infatti sono sempre più numerosi i casi di contaminazione con sostanze batteriche o cancerogene, che di certo non si sposano bene con il corpo umano.

Una delle preoccupazioni maggiori figlie della modernità è quella legata all’acrilammide. Probabilmente in pochi la conoscono, ma questo non significa che non sia pericolosa. Anzi, ad onor del vero deve far scattare ancora di più il campanello d’allarme rispetto ad altre.

Acrilammide: a quali cibi bisogna prestare più attenzione e quali sono gli effetti più deleteri

Ha effetti neurotossici (può provocare danni al sistema nervoso centrale e periferico), citotossici (azione lesiva sulle cellule) e cangerogeni. L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) già nel 2015 lanciò l’allarme affermando dell’esistenza di una correlazione tra l’acrilammide e il cancro a qualsiasi età, anche per i più piccoli.

Questa molecola si forma quando i cibi contenenti amidi, zuccheri e aminoacidi vengono cotti al forno, fritti o sulla griglia ad una temperatura superiore di 120°. Andando nel dettaglio sono potenzialmente pericolosi in questo senso tutti i carboidrati da forno, specialmente a base di cereali. Tra questi spiccano pane, pizza, crackers, biscotti, fette biscottate, cornflakes. Vanno menzionate anche le patate al forno, le patatine fritte e il caffè. 

Pe capire se c’è o meno l’acrilammide, basta osservare i cibi. Se a seguito della cottura iniziano a cambiare colore e a diventare da bianco a marroncino e assumono un aspetto scuro, purtroppo significa che la sostanza nociva è presente. Le persone dal canto loro possono preservarsi decidendo di non acquistare alimenti troppo cotti, come il pane con la crosta molto scura.

Stesso dicasi per i bordi anneriti della pizza e ai biscotti per neonati, che alle volte subiscono delle cotture piuttosto eccesive. Tra i rimedi per bloccare l’azione dannosa di questa sostanza c’è la vitamina C da consumare sotto forma di arance o succo, limone spremuto e verdure come spinaci, cavoli e peperoni. 

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