L’Inps ci tiene d’occhio: senza questo documento salta la pensione

Regole ferree, anche per chi percepisce una pensione italiana all’estero. Il modello Redest sarà fondamentale, altrimenti si rischia la revoca.

 

Arrivare a percepire una pensione significa raggiungere la piena acquisizione di un diritto maturato con una vita spesa in buona parte lavorando. Detta così, sembra complicato che dei meri dettagli possano arrivare a farla vacillare.

Inps pensione sospesa
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Fin troppo spesso, però, sono proprio i dettagli a fare la differenza. Specie quando sono in grado di determinare i requisiti fondamentali che danno diritto a una determinata prestazione. La pensione è l’esempio più lampante in questo senso. I titolari di prestazioni collegate al reddito, specie se si tratta di assegni pensionistici, devono costantemente aggiornare (e naturalmente dichiarare) la propria situazione reddituale. Dovranno quindi presentare i normali contribuenti ma anche e soprattutto i pensionati, i quali saranno tenuti a dimostrare il loro stato in modo tale che l’eventuale prestazione percepita sia consona alla situazione reddituale generale. E attenzione, perché non sarà l’Inps a inviare richieste o moduli.

Il modello Red, però, è ogni anno protagonista di un’omonima campagna ad hoc. Attesa, quest’anno, per via dell’emergenza pandemica, e infine prorogata fino al 21 marzo 2022. Una data limite per tutti i cittadini tenuti alla presentazione del proprio modello a fini dichiarativi. Inoltre, alla data in questione hanno fatto capo sia la Campagna ordinaria 2021 che i Solleciti 2020. L’auspicio è che tutti gli interessati abbiano effettuato la procedura entro il termine stabilito. L’Inps, infatti, procede alla sospensione della pensione per 60 giorni per tutti coloro che non rispettano le scadenze indicate. E senza un rimedio tempestivo all’inadempienza, andrebbe ad applicare addirittura la revoca.

Pensione sospesa per chi dimentica questo documento: come rimediare

Meglio tenersi aggiornati, non solo sui documenti da presentare ma anche sugli obblighi a cui assolvere. La dichiarazione Redest, ad esempio, dev’essere inviata dai residenti all’estero che percepiscono una pensione in Italia. Anche per loro vale la regola. L’Inps, annualmente, effettuerà delle verifiche al fine di monitorare le situazioni reddituali di chi percepisce la prestazione pensionistica (inclusi i redditi rilevanti prodotti all’estero), anche grazie alla dichiarazione Redest. Il tutto regolamentato dal Decreto ministeriale del 12 maggio 2003, nel quale viene indicato in quali casi l’accertamento reddituale dev’essere effettuato tramite certificazioni rilasciate da organismi esteri. Perlopiù basta una autocertificazione.

Queste dovranno essere rese all’Autorità consolare italiana presente nel Paese di residenza. Oppure presso un ente autorizzato. E ogni anno l’Inps sarà tenuto in forma obbligatoria alla verifica delle situazioni reddituali di chi percepisce una pensione all’estero. Anzi, per la verità, con l’anno in corso si è deciso per una stretta ulteriore, con l’obiettivo di depennare tutte le pensioni percepite in modo indebito o erogate in modo automatico, per errore, anche per persone non più in vita. I modelli Redest cartacei saranno trasmessi nel mese di giugno 2022, con procedura accessibile tramite gli enti di Patronato o nelle strutture territoriali adibite al servizio. Il pensionato dovrà dimostrare la propria identità e presentare i modelli Redes, mentre l’Inps provvederà alla verifica della conformità. Qualora il modello non fosse trasmesso scatterà la sospensione del trattamento pensionistico.

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