Attenzione, questo errore fa male: la sanzione è da 3 mila euro

Cosa succede in caso di assegno pagato con difetto di provvista? La sanzione, potenzialmente, può essere di 10 mila euro.

 

La frenesia è uno degli emblemi della società globalizzata. Tutto più immediato, tutto più rapido, persino in ambiti che, fino a pochi anni fa, richiedevano maggior prudenza e riflessioni più approfondite.

Sanzione Prefettura conto corrente
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Inevitabile che un ritmo di questo tipo possa finire per pregiudicare il buon risultato. E, in alcune occasioni nemmeno troppo rare, creare persino dei problemi. Non solo al nostro portafogli ma anche con la Legge. Tenere a mente gli appuntamenti più importanti, legati a scadenze fiscali o ad altre di qualsiasi tipo, è una regola fondamentale. Tuttavia, nel mare magnum delle date da tenere a mente, è inevitabile che qualcosa possa sfuggire. Il problema è che, in alcuni casi, a sfuggire sono dettagli cruciali, in grado di fare la differenza fra la regolarità della nostra posizione e un’irregolarità potenzialmente devastante. Omettere alcuni adempimenti, ad esempio, potrebbe causare una stangata sotto forma di sanzione a tre zeri.

Anche se una dimenticanza dovesse essere frutto di una distrazione dovuta al sovraccarico mentale, per la Legge non farebbe purtroppo differenza. Ad esempio, dimenticare il pagamento dell’assicurazione dell’auto costerebbe una multa salata (e persino il sequestro del veicolo in alcune circostanze), a prescindere dai giorni trascorsi dalla scadenza (e tenendo conto dei 15 di tolleranza concessi per il pagamento). Attenzione però, perché anche distrazioni riferibili al proprio conto corrente potrebbero finire per provocare guai. Basterebbe un pagamento tramite assegno senza aver debitamente “ricaricato” il proprio conto. Anche in questo caso la sanzione è dietro l’angolo.

Assegno senza soldi, la sanzione è tremenda: cosa può succedere

Staccare un assegno senza aver rimpinguato il conto corrente costituisce una problematica seria. Tanto da poter finire direttamente sul tavolo della Prefettura, in merito a quanto disciplinato dall’articolo 2 della Legge 386/90. Ai sensi del suddetto, chiunque dovesse emettere un assegno che, pur presentato nella tempistica debita, non fosse pagato per difetto di provvista, porterebbe a una sanzione elevata. E per “elevata” si intende cifre alte sul serio: da un minimo di 516 euro a un massimo di 3.098. Ancora peggio se gli importi degli assegni fossero allo stesso modo importanti: in caso di spesa superiore a 10.329 euro, la sanzione applicata andrebbe da 1.032 fino a 6.197 euro. Stesse cifre in caso di reiterazione delle violazioni.

Attenzione, dunque, a staccare un assegno con troppa leggerezza. L’assegno scoperto è di fatto un’infrazione della Legge ma prima di arrivare alla situazione di stallo esistono altri passaggi. Ad esempio, in caso di conto in rosso o comunque con una cifra insufficiente per coprire il pagamento, la banca lo comunicherà al suo cliente per tempo. Il correntista avrà quindi il tempo di versare i soldi necessari sul conto ma con una maturazione del 10% in fatto di interessi. In caso di inadempienza, l’assegno sarà invece insoluto o protestato. A quel punto le sanzioni saranno inevitabili e la banca trasmetterà la notizia alla Prefettura. La quale, entro 90 giorni, dovrà notificare la sanzione. Trascorso tale termine senza che la notifica sia pervenuta, il destinatario potrà procedere all’opposizione.

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