Cessione frazionata, Superbonus più semplice: come funziona

Dallo stop alle tre cessioni alla possibilità del frazionamento. Il Superbonus cambia ancora, con l’obiettivo di azzerare definitivamente le pratiche illecite.

 

Considerando i ritmi del cambiamento, il Superbonus sembra quasi una misura proteiforme. Sostanzialmente resta sé stessa, adeguandosi via via, però, a nuovi sistemi di interazione.

Superbonus frazionamento
Foto © AdobeStock

Fondamentalmente, l’agevolazione per i lavori edilizi non cambia. Quello che si modifica è il modo di interpretare una delle due colonne portanti del 110%, ossia la cessione del credito. Sovrautilizzata prima, bloccata poi, quindi riavviata e infine addirittura potenziata, a fronte comunque di una vigilanza rafforzata, la cessione è ora utilizzabile persino per una quarta volta. Laddove, solo pochi mesi fa, era stato deciso per lo stop alle tre possibilità. Ora una nuova sterzata, effettuata con l’obiettivo di semplificare ulteriormente il ricorso al Superbonus anche in ottica di un 2023 (quindi di una riduzione progressiva) sempre più vicino. L’Associazione nazionale costruttori edili ha fatto sapere che la cessione del credito potrà essere frazionata ora per annualità.

Non una novità da poco. La nuova opzione, infatti, dovrebbe accorciare di molto i tempi di smaltimento dei crediti già ceduti agli istituti di credito. I quali, stando così le cose, potrebbero velocizzare le pratiche di accettazione di quelli nuovi. In sostanza, l’obiettivo è velocizzare le pratiche, semplificare la burocrazia e, in qualche modo, incentivare il ricorso al Superbonus nella sua forma piena. Lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha parlato della misura come di una svolta importante in fatto di fruizione dell’agevolazione. Del resto, anche l’intervento in questione mira a ridurre le pratiche illecite, favorendo quindi le imprese virtuose.

Superbonus, come frazionare il credito e velocizzare le pratiche di smaltimento

La riduzione delle pratiche illecite connesse al sistema di cessione del credito era stata alla base delle decisioni drastiche assunte a inizio anno. Inizialmente, il Governo aveva deciso di far luce su presunte truffe legate alla pratica, riducendo al contempo la possibilità di cessione a una sola operazione rispetto alle tre inizialmente concordate. Proprio la cessione del credito, tuttavia, accanto alla possibilità di sfruttare una detrazione così ampia aveva decretato l’iniziale successo del Superbonus, scoprendo però il fianco a inconvenienti di scorretta (e anche illecita) gestione. Successivamente (anche per le gravi difficoltà per le imprese che avevano già eseguito lo sconto in fattura), l’esecutivo ha appianato le limitazioni e concesso nuovamente le tre cessioni, imponendo però controlli più rigidi e requisiti più serrati. I vantaggi fiscali però sono rimasti, in una selva creditizia meno fitta.

L’ultima modifica consentirà il frazionamento della cessione, imponendo un sistema di monitoraggio dilazionato nel tempo ma più preciso. La novità, inoltre, consentirà la riapertura della pianificazione fiscale delle banche. A ogni modo, nei prossimi giorni dovrebbe essere rilasciata una circolare ad hoc che andrà a chiarire i dettagli della pratica. Di sicuro, l’obiettivo zero frodi sembra maggiormente alla portata. Il problema, semmai, è aver dovuto percorrere una serie di pericolose montagne russe prima di arrivare al risultato. Per un’agevolazione come il Superbonus che, peraltro, a detta dello stesso premier non appare poi così vantaggiosa.

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