Imu, lo sconto c’è ma non (sempre) si vede: chi ne ha diritto

A determinate condizioni si tratta di una tassa obbligatoria. In alcuni casi, però, l’Imu consente l’accesso a uno sconto del 50%.

 

Come spesso accade, il quadro della agevolazioni su tasse e imposte varie non risulta chiaro a tutti i contribuenti. Specie quando si tratta di versamenti su beni comuni come le abitazioni.

Sconto Imu
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Potrebbe sembrare un paradosso ma il pagamento viene perlopiù effettuato senza indagare a fondo sulla presenza di eventuali diritti a sconti e indennità varie. L’Imu, la tassa sui beni immobili, non fa eccezione. Si tratta di un’imposta dovuta, in Italia, esclusivamente sulle seconde case o sulle abitazioni di lusso. Per la quale, in determinate circostanze, anche a fronte dell’obbligatorietà del versamento viene prevista una riduzione pari al 50%. Un caso abbastanza comune ma che, per molti contribuenti, finisce per sfuggire nel mare magnum della quotidianità e, magari, dei pagamenti richiesti. Tendenzialmente è il mese di maggio che il contribuente riceve la quietanza di pagamento, con scadenza a giugno. E, perlopiù, si parla di rate abbastanza elevate (la seconda dovrà essere saldata entro il mese di dicembre).

Proprio in questo quadro, tuttavia, emerge la possibilità di ottenere il diritto a una detrazione del 20% direttamente sulla quietanza stessa. Qualcosa di simile avviene anche sulla tassa per i rifiuti (Tari). Un esempio abbastanza calzante è quello riportato dal sito InformazioneOggi.it, i cui esperti hanno indicato la possibilità di poter ottenere uno sconto pari al 50% sull’importo complessivo dell’Imu. A determinate condizioni naturalmente. Una di queste è il contratto di comodato d’uso, ossia il caso di un’abitazione di proprietà concessa alla fruizione da parte di un’altra persona. Anche in questo caso, però, sono necessari alcuni requisiti.

Imu, sconto per il comodato d’uso: quali sono le condizioni

La prima e basilare condizione è la presenza di un contratto registrato regolarmente, in base a quanto previsto dall’articolo 1803 del Codice Civile. Qui è infatti spiegato che il contratto in questione dovrà obbligatoriamente regolare il passaggio di consegna, da una parte all’altra, di un bene mobile e immobile. L’obiettivo è far sì che la parte ricevente si serva “per un tempo o un uso determinato” del bene in questione, con obbligo di restituzione alla fine del periodo concordato. Di fatto un comodato d’uso che avviene tendenzialmente in modo gratuito. Si tratta però di un contratto stipulabile esclusivamente tra genitori e figli, o comunque tra parenti in linea diretta di primo grado. Con possibilità concreta di sconto, a patto che si rispettino alcune condizioni temporali.

Sarà infatti possibile accedere alla detrazione nel caso in cui il contratto venga scritto (nel quale caso lo sconto si applicherà entro 20 giorni) oppure successivamente alla richiesta presso l’Agenzia delle Entrate. Questo secondo caso riguarda accordi di tipo verbale. Accanto ai requisiti base, si posizionano altri di natura tecnica. Gli immobili oggetto di Imu e di comodato d’uso dovranno rientrare in categorie diverse dall’A1, A8 e A9 (immobili di lusso). Inoltre, l’abitazione dovrà essere utilizzata come principale, mentre il comodante dovrà essere in possesso esclusivamente dell’immobile in comodato d’uso, oltre alla principale. Infine, il comodante dovrà avere residenza nello stesso Comune dell’immobile registrato per comodato d’uso.

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