Conti correnti dormienti, attenzione: cosa si rischia in caso di mancata chiusura

Conti correnti dormienti, attenzione, cosa si rischia in caso di mancata chiusura? Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

Sono in molti a chiedersi in quali rischi è possibile incorrere in caso di mancata chiusura dei conti correnti dormienti. Ecco la verità che non ti aspetti.

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Foto © AdobeStock

Il denaro non è garanzia di felicità ma si rivela essere, senz’ombra di dubbio, utile in diverse circostanze. A partire dalle bollette di acqua, luce e gas, fino ad arrivare all’abbigliamento, passando per le piccole necessità quotidiane, in effetti, sono davvero molte le volte in cui ci ritroviamo a dover sborsare dei soldi. Proprio in tale ambito, quindi, si rivela sempre fondamentale volgere un occhio di riguardo al mondo del risparmio.

Diversi gli strumenti a nostra disposizione, tra cui ovviamente il conto corrente, che si rivela essere il posto più sicuro in cui poter depositare il nostro denaro. A tal proposito abbiamo già visto come sia importante prestare attenzione ai costi e alle tempistiche in caso di chiusura di un conto corrente. Oggi, invece, vedremo assieme cosa si rischia in caso di mancata chiusura dei conti correnti dormienti. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Conti correnti dormienti, cosa si rischia in caso di mancata chiusura: tutto quello che c’è da sapere

I libretti di risparmio dormienti, ricordiamo, non sono altro che i libretti non movimentati dal titolare da più di 10 anni. Ma non solo, non sono sottoposti a procedimenti o blocchi operativi che ne impediscano la movimentazione delle somme e che presentano un saldo superiore a 100 euro.

Proprio soffermandosi su questo tipo di conto sono in molti a chiedersi cosa succede in caso di mancata chiusura. Ebbene, bisogna sapere i libretti postali, così come i conti correnti dormienti, con un saldo minimo di 100 euro, sono sottoposti a chiusura. Lo stesso istituto di credito, infatti, provvede a fare apposita comunicazione per poi procedere con la chiusura del conto in questione.

Ma cosa si rischia nel frattempo? Fino al momento in cui il conto risulta attivo, la banca può applicare, ovviamente, i costi di gestione. Nel caso in cui, invece, non vengano eseguiti movimenti da più di un anno e il saldo, positivo, risulti uguale o inferiore a 258,23 euro, allora non può applicare ulteriori spese. Se il saldo è negativo, invece, la banca chiede di saldare il debito, per poi poter procedere alla chiusura del conto stesso.

A tal proposito ricordiamo che stando a quanto previsto dal decreto Bersani 223/2006 sulla libera concorrenza, la chiusura di un conto corrente non comporta alcun tipo di costo. Per questo motivo nel caso in cui non si voglia più movimentare un conto è bene procedere alla relativa chiusura.

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