Che fine ha fatto l’Assegno Unico? Le probabili cause di uno stop della misura

Assegno Unico Universale, molte famiglie lamentano una sparizione della misura. Quali sono le possibili cause di un blocco della domanda?

La prima erogazione dell’Assegno Universale fa riferimento al mese di marzo ma tante famiglie, ad oggi, non hanno visto un soldo. Per quale motivo?

assegno Unico cause stop
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Primo gennaio 2022, inizio di inoltro delle domande dell’Assegno Unico. Metà mese di marzo, inizio delle prime erogazioni della misura. Metà aprile, avvio dei secondi pagamenti per i nuclei familiari. Un iter chiaro e stabilito da tempo; per quale motivo, dunque, diverse famiglie lamentano l’assenza di versamenti pur avendo inviato la richiesta di accesso nei tempi stabiliti? Ricordiamo che la tempistica corretta di inoltro della domanda era entro il 28 febbraio per poter ricevere il primo pagamento a marzo. Oltre questa data le domande sono state comunque accolte ma il ritardo nell’avvio della pratica ha allungato i tempi di erogazione dell’Assegno. Sarò unicamente questa la causa di un importo non ancora pervenuto oppure i motivi possono essere anche altri?

Assegno Unico non pervenuto, le cause

Uno dei problemi maggiormente rilevati in relazione alla mancata erogazione dell’Assegno Unico è legato all’IBAN. Ricordiamo, infatti, che la misura verrà erogata direttamente sul conto corrente del richiedente salvo diversa indicazione. Alcuni contribuenti hanno sbagliato a scrivere il codice risultando, così, impossibile per l’INPS erogare la somma spettante. In altri casi l’errore, invece, è legato al nome dell’intestatario dell’IBAN. Per poter ottenere il versamento è esplicitamente richiesto che il titolare del conto corrente indicato come riferimento per l’erogazione della misura sia il richiedente stesso. Non coincidendo, la domanda subirebbe uno stop e la famiglia aspetterebbe invano il versamento.

Altro errore segnalato riguarda il codice fiscale scritto in modo sbagliato. Si tratta di piccole disattenzioni che bloccano la pratica fino a quando il richiedente non le risolverà. Ricordiamo, infine, che l’INPS verificherà i requisiti di accesso alla misura e che alcune pratiche potrebbero richiedere tempi di controllo più lunghi per omissioni oppure condizioni poco chiare.

Come risolvere i problemi e ottenere (finalmente) l’importo spettante

Per evitare di sbagliare la compilazione della domanda è preferibile rivolgersi a commercialisti, Caf o patronati per appoggiarsi a professionisti che conoscono nei dettagli l’iter da seguire. Allo stesso modo è opportuno monitorare lo stato di avanzamento della domanda e leggere eventuali comunicazioni da parte dell’INPS su dubbi da chiarire o errori da correggere. Per procedere in tal senso basterà accedere al portale dell’ente, entrare tramite credenziali digitali nell’area MYINPS e nella sezione di riferimento dell’Assegno Unico Familiare.

La correzione tempestiva degli errori e la rapida gestione delle problematiche è fondamentale per poter rientrare nei tempi fissati dalla Legge che garantiscono il recupero degli arretrati. Parliamo della data del 30 giugno come limite massimo di inoltro della domanda per poter ottenere gli arretrati dei mesi non corrisposti. Dal 1° luglio 2022, invece, non sarà più possibile e si perderanno, così. somme rilevanti.

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