Legge 104, obiettivo aumento: indennità a 15 mila euro, ecco per chi

Assegni più alti e indennità più mirate, con Legge 104 e non solo: il Governo tenta di rafforzare le misure per le invalidità civili.

 

Ricevere un’assistenza in virtù del proprio stato di salute compromesso. Oltre che a rigor di logica, qualcosa previsto anche dalla nostra Costituzione. I destinatari, naturalmente, coloro impossibilitati o fortemente limitati nello svolgimento dei gesti di vita quotidiana. Lavoro in primis.

Assegno invalidi
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L’agevolazione si articola tramite sostegni specifici, sia sul lato economico che prettamente assistenziale. Per questo, soprattutto qualora intervenga la Legge 104, i destinatari delle indennità saranno sia direttamente i destinatari della percentuale di invalidità assegnata che coloro che svolgono una funzione di accompagnamento. I cosiddetti caregiver. Si tratta di diritti garantiti, come detto, a norma di legge. Il che, tuttavia, non impedisce, il più delle volte, che alla situazione precaria in termini salutistici si affianchi un quadro simile anche sul piano economico. Niente di strano: le indennità, per quanto rilevanti, difficilmente sopperiscono a uno stipendio.

Ad esempio, la pensione di invalidità non supera i 286 euro al mese. Una cifra chiaramente irrisoria rispetto ai bisogni di una persona che versa in simili condizioni, a prescindere dalla gravità del suo stato di salute o dalla patologia di cui soffre. Negli ultimi tempi, la sensibilità sul tema è decisamente aumentata, proprio in virtù delle cifre contenute nell’assegno, obiettivamente troppo basse. Persino una recente sentenza della Consulta ha trattato l’argomento e, di fatto, convinto il Governo a estendere il cosiddetto incremento al milione. Ossia la maggiorazione ormai ventennale (introdotta nel 2002) destinata ai pensionati ultra settantenni titolari di prestazioni previdenziali o assistenziali inferiori al milione delle vecchie lire.

Legge 104, come aumentano gli assegni per gli invalidi

La cifra limite dell’incremento al milione è di circa 660 euro al mese, limitato però a parametri reddituali piuttosto stringenti. Una soluzione che non consente grandi libertà di manovra. Negli ultimi tempi, sembra che ci sia una possibilità riguardo il reddito minimo garantito, misura che mira a concedere un importo di sussistenza a coloro che versano in condizioni economiche rasenti la soglia della povertà. L’obiettivo è focalizzare l’attenzione proprio su chi possiede una percentuale di invalidità e, magari, delle spese accessorie a essa connesse. Al momento il sussidio varia, a seconda delle condizioni, fra 565,34 euro a un massimo di 1.187,21. L’obiettivo di una recente proposta depositata in Senato è piuttosto ambizioso, dal momento che fissa come obiettivo i 15 mila euro annui.

La rivalutazione degli assegni sarebbe quindi il punto di partenza. La proposta mira innanzitutto a un’equità sociale che includa le 104 e, più in generale, gli invalidi a partire dal 74% riconosciuto da apposita commissione medica. Il problema, però, è di questione legislativa. Un eventuale intervento di questo tipo andrebbe a modificare in buona parte la Legge 448/2001, soprattutto l’articolo 38, che garantisce (a ora) 516,46 per 13 mensilità agli invalidi civili totali. Mantenendo i 13 scaglioni, si fissa il nuovo potenziale tetto a 15 mila euro annui, con integrazioni specifiche alle pensioni di invalidità per le disabilità superiori al 74%. Costoro, infatti, anche se al 99% non godono delle stesse indennità per gli invalidi totali. Allo stesso tempo, però, le difficoltà sul lavoro e nella vita quotidiana saranno comunque da affrontare. Un ritocco, c’è da dire, era già stato pensato.

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