Alcol, aumenta il rischio dipendenza in Italia: numeri sempre più preoccupanti, cosa sta succedendo

Aumenta il rischio di dipendenza da alcol in Italia, con i numeri che sono sempre più preoccupanti. Ecco cosa sta succedendo.

Non passano inosservati i dati emersi dalla Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2021 in materia di alcol e problemi correlati. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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A partire dai primi piatti fino ad arrivare ai dolci, passando per le bevande, sono davvero tanti i prodotti disponibili sugli scaffali dei supermercati, grazie ai quali riuscire ad imbandire le nostre tavole. Disponibili in confezioni di varie forme e dimensioni, d’altronde, abbiamo davvero l’imbarazzo della scelta. Allo stesso tempo è sempre bene prestare attenzione alle caratteristiche di ciò che mangiamo e beviamo, onde evitare di dover fare i conti con spiacevoli inconvenienti.

A tal proposito abbiamo già visto come l’obesità si riveli essere una strage silenziosa e le possibili tasse sugli alimenti che ingrassano. Sempre in tale ambito, inoltre, non passano inosservati i dati emersi dalla Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2021 in materia di alcol e problemi correlati. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Alcol, aumenta il rischio dipendenza in Italia: tutto quello che c’è da sapere

Il Ministero della Salute ha presentato la Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2021 in materia di alcol e problemi correlati. Proprio da quest’ultima emergono dei dati che non passano di certo inosservati. Si stima, infatti, che nel nostro Paese ci siano oltre 8,6 milioni di persone considerate a rischio di dipendenza.

Entrando nei dettagli, come si evince dalla relazione poc’anzi citata, “circa 800.000 minorenni e 2.500.000 di over 65 sono le persone a rischio per patologie e problematiche correlate, esattamente quei target di popolazione sensibili per i quali la WHO e la Commissione Europea raccomandano azioni d’intervento volte a sensibilizzare le persone riguardo le raccomandazioni di sanità pubblica”.

A destare particolare assunzione è il cosiddetto binge drinking, ovvero la consuetudine di bere molti alcolici al di fuori dei pasti e in un breve lasso di tempo. “Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani il binge drinking – si legge nella relazione – rappresenta l’abitudine più diffusa e consolidata”.

Per poi aggiungere: “Nel 2019 il fenomeno del binge drinking riguardava il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 20,6% erano maschi e l’11% erano femmine. Nel 2020 il fenomeno del binge drinking ha riguardato il 18,4% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 22,1% maschi e il 14,3% femmine“.

Alcol, aumenta il rischio dipendenza in Italia: cosa fare

Di fronte a questi numeri – ha affermato Emanuele Scafato direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità, così come riportato su Il Fatto Alimentare – è urgente adottare programmi di prevenzione per i minori adeguati all’età e allo sviluppo evolutivo e cognitivo, evitando l’ambiguità del modello del ‘bere responsabile’, ​inappropriato per i giovani e privo di qualunque efficacia”.

Per poi aggiungere: “L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, l’OMS ​e il Parlamento Europeo indicano in modo chiaro la direzione da intraprendere: strategia alcol zero per i minori attraverso la riduzione della disponibilità delle bevande alcoliche, adeguamento delle politiche sui prezzi e di tassazione, regolamentazione più rigorosa di marketing e pubblicità, controllo di divieto di vendita e somministrazione e ora in particolare online, adeguate politiche di tassazione, limiti alla sponsorizzazione di sport, eventi culturali e musicali“.

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