Monete, la 20 lire che vale 1 anno di stipendio: controlla la data

Come fa una moneta a valere tanti soldi. Ve lo siete mai chiesti? Numerosi possono essere i motivi.

Esemplari di monete che oggi più che mai si prova a riabilitare, ma non perchè non fossero prima stati presi in considerazione, ma perchè forse non tutti ne conoscono il prestigio, il valore verso. Quello che insomma rende una moneta tanto speciale e di certo qualcosa legato alla storia della stessa, all’immagine, alla rappresentazione. Parliamo di elementi assolutamente decisivi.

Monete antiche

Non è sempre facile individuare in una moneta la componente giusta che insomma fa in modo che la stessa risulti vincente agli occhi del mercato dei collezionisti. Ci troviamo spesso di fronte a dinamiche assolutamente instabili, che possono ad esempio assegnare valutazioni differenti a diversi esemplari. Situazioni uniche in alcuni casi che però chiaramente non fanno in modo che lo stesso si ripeta in altre circostanze con altre monete.

Esemplari unici, dicevamo. Situazioni spesso al limite dove ad incidere è la data di conio, una immagine riportata oppure un difetto visibile o meno. In quei casi insomma si rischia in effetti di ritrovarsi di fronte ad un vero e proprio capolavoro. Chi è che stabilisce il tutto? Il mercato degli appassionati ovviamente. Il luogo in cui c’è il confronto, lo scambio, il momento in cui tutto può diventare desiderio di conquista per i collezionisti che da ogni parte del mondo si scambiano informazioni, acquisti, aste e quant’altro.

Monete, la 20 lire di inizio secolo: il valore di alcuni esemplari assolutamente non ha limiti

20 lire

Esempio quanto mai calzante è rappresentato dalla storia stessa della vecchia lira, con i suoi innumerevoli esemplari che nel corso dei decenni, davvero molti, hanno scritto letteralmente la storia della numismatica. La 100 lire del 1958, che ad oggi arriva a valere anche 700 euro. Oppure il particolare esemplare di 50 lire che potrebbe  arrivare a valere 379.500 euro. Esempi altrettanto interessanti sono rappresentati dalla vecchia moneta che più di tutte in alcuni casi ha affascinato gli italiani e non solo loro, la 20 lire.

Tra gli esemplari di maggior prestigio della vecchia 20 lire troviamo quello coniato nell’ottobre, 1927. E’ il settimo anniversario della marcia su Roma, ed il Governo fascista ha bisogno di una moneta che racchiuda lo spirito di quell’Italia che sembrava vivere una nuova era. La “Littore e Italia genitrice” realizzata in argento, diametro di 35,5 millimetri ed un peso di 15 grammi. Re Vittorio Emanuele II con relativa scritta intorno, sull’altro verso poi un uomo nudo che fa il saluto fascista ad una donna seduta che poggia un braccio su uno scudo sabaudo, l’allegoria rappresenta l’Italia. Simboli vari ed informazioni che riguardano di solito gli esemplari di moneta completano di fatto l’immagine.

3.518.002 di esemplari nel 1927 per una moneta che ad oggi vale, in ottime condizioni di conservazione circa 700 euro. L’esemplare poi del 1928, tiratura di 2.486.898 pezzi, potrebbe valere intorno ai 1.000 euro. Valore più alto per le monete coniate tra il 1929 ed il 1934. Serie furono infatti realizzate per fini collezionistici. Il loro valore cresciuto anche grazie alla bassissima tiratura. Solo 50 esemplari per ogni nuovo conio.

I valori delle monete in questione potrebbero essere i seguenti:

  • 8.400 euro per quelle coniate nel 1930, 1932, 1933 e 1934
  • 9.200 euro per quelle emesse nel 1929 e nel 1931.

L’intera collezione, conti alla mano potrebbe valere circa 54mila euro. Niente male insomma per una monera che si avvicina al traguardo dei 100 anni. Esemplare unico, certo, amato ancora tanto dagli appassionati di tutto il mondo, collezionisti che non attendono altro che poterla inserire nella propria raccolta. Passione e buone sensazioni insomma per un capolavoro della numismatica.

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