Maradona: la maglia di Messico 86 venduta a peso d’oro

Citazione d’obbligo. La vendita all’asta della divisa di Maradona, quella della Mano de Dios e del Gol del Siglo, frantuma la cifra ottenuta da quella di O Rei. 

 

Qualunque italiano nato dopo il 2014, almeno fino al 2026, non avrà memoria della propria nazionale ai Mondiali. E anche chi è nato poco prima avrà ben pochi ricordi prima dell’appuntamento (si spera) in Nord America.

Maradona maglia asta
Foto: Web

Peccato. Non per una questione economica, di indotto o di qualsivoglia aspetto legato al mondo del calcio. Il punto è proprio il ricordo, la privazione di un momento di condivisione durante le estati (perché parliamoci chiaro, quello è il momento giusto), l’attesa e la speranza ma anche il divertimento. E perché no, persino la delusione di una mancata vittoria. Tutto fa parte del ricordo, il successo come la sconfitta, una partita e anche un singolo episodio. E nessuno, forse, lo sa meglio degli italiani. Protagonisti della Partita del Secolo all’Azteca, nel ’70, ma anche del mitico 3-1 al Brasile nell’82, per non parlare della vittoria in casa dei tedeschi nel 2006. Momenti indimenticabili, belli.

Certo, anche quelli brutti contribuiscono a creare memoria e collettività. Qualche tifoso più stagionato ricorderà la Battaglia di Santiago, in Cile. Più Far West che calcio. Il k.o. ai rigori col Brasile nel ’94 e con la Francia nel ’98 o il pareggio stentato contro la Nuova Zelanda nel 2010, forse il vero apice (più che la sconfitta contro la Slovacchia) del ripidissimo pendio che avrebbe portato la nostra nazionale a mancare ben due Mondiali. E il bello è che tale sentimento è condiviso con tutte le Nazioni, nel più puro e semplice comune denominatore che associa lo sport. Il calcio soprattutto. La passione naturalmente. E così, anche un episodio di fatto irregolare come il gol di mano di Maradona nell’86 contro l’Inghilterra, diventa immortale. A distanza di quasi quarant’anni, addirittura un record. Che poco ha a che fare con lo sport giocato.

Una maglia da record: la divisa di Maradona venduta per oltre 8 milioni

Qui c’è di mezzo l’Argentina, non l’Italia. Ma alzi la mano chi non ha mai sentito parlare, almeno una volta, della Mano de Dios. Un “gollonzo”, nel linguaggio gergale del pallone, capace però di entrare nella storia quasi più della serpentina che lo stesso Maradona concluse con una rete epica proprio nella stessa partita. Oggi, con il Var, il gol di mano sarebbe stato certamente annullato. E sarebbe stato giusto per la Nazionale inglese, avversaria in quel quarto di finale dei Mondiali in Messico. Ma oggi, di sicuro, non staremmo qui a parlare di storia, miti ed episodi da memoria eterna. Perché Maradona non c’è più da due anni e la sua leggenda continua ad animare i giovani calciatori, argentini e non, anche per le sue incredibili gesta durante quel Campionato del Mondo.

E la maglia che indossò quel giorno, un caldissimo 22 giugno, poco dopo le 12, ora vale letteralmente oro. Non la classica casacca albiceleste ma una divisa a tinta unita solo “celeste”, battuta all’asta circa 24 ore fa per non meno di 9,3 milioni di dollari. Ossia, quasi 9 milioni di euro. Una cifra mostruosa che segna di fatto un record in questo campo. La casacca del gol della Mano de Dios (e del Gol del Siglo), fino adesso, era stata in possesso dell’ex calciatore Steve Hodge, che la scambiò a fine partita con il Pibe. Ad annunciarne la vendita, la casa d’aste Sotheby’s, la quale non ha però svelato l’acquirente. Nessun cimelio sportivo, tuttavia, era mai arrivato a tanto. Il record registrato nel 2019 dalla divisa di Babe Ruth, dei New York Yankees, è stato frantumato. La maglia dell’asso del baseball aveva superato appena i 5 milioni e mezzo di dollari. Tanto per fare un paragone con un altro fuoriclasse del pallone, una maglia di Pelé fu comprata nel 2002 per “soli” 260 mila dollari. Altri tempi, altri soldi.

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