Si fa presto a dire extravergine: la lista dell’olio “contaminato”

Un test tedesco avrebbe riscontrato presenza di oli minerali e altre sostanze indesiderate in alcuni noti marchi di olio. Ma c’è una replica.

L’attribuzione di un’etichetta, nel senso figurato del termine, non va mai fatta a cuor leggero. La definizione attribuita a un prodotto è quanto di più importante possa esserci.

Olio contaminazione marche
Foto © AdobeStock

Da questa, infatti, dipende tutto. La reputazione del prodotto in questione, qualunque esso sia, e anche la tutela reale del consumatore che lo acquista. Il quale, perlopiù, si affida alla parta frontale dell’etichetta (stavolta quella materiale) piuttosto che al retro. A meno che non possieda un carattere estremamente analitico, difficilmente il consumatore andrà a curiosare sul retro dell’etichettatura, dove viene scandagliato il bene in procinto di essere acquistato. E dove, in buona sostanza, si può capire se questo è o meno adatto alle nostre esigenze. Basta la marca, fin troppo spesso. L’autorevolezza del nome, il più delle volte, tendiamo a inquadrarla come garanzia di affidabilità.

Il problema è che, a un’analisi più approfondita, potrebbe risultare che anche i grandi marchi sono tutt’altro che esenti da inconvenienti di qualche tipo. Anzi, spesso abbiamo visto come siano le sottomarche a garantire le migliori performance in termini di bilanciamento fra tutela della salute, prezzo e qualità (anche se è bene prestare attenzione). Questo non significa, naturalmente, che ogni produttore non presti attenzione massima a cosa va a realizzare. Spesso, però, è la lavorazione stessa a riservare brutte e impreviste sorprese. E questo vale per qualsiasi prodotto, inclusi quelli di larghissimo consumo. Come l’olio d’oliva.

Olio extravergine, l’indagine degli esperti: in quali marchi risultano pesticidi

Significativo quanto emerso da un test realizzato dalla rivista tedesca Oko Test, che ha esaminato diverse qualità di olio (includendo marchi famosissimi) per riscontrare una serie di dati allarmanti. Su 19 qualità extravergine analizzate, ben 18 presentavano tracce di oli minerali e pesticidi. Tre di essi, inoltre, non avrebbero soddisfatto nemmeno gli standard qualitativi per essere definiti appunto extravergine. Purtroppo, dai test emergerebbero anche alcune marche italiane nella lista dei rimandati. Fra queste alcuni pezzi da novanta come De Cecco, Farchioni, Casolare bio Farchioni, Filippo Berio e Primadonna. Il problema più serio sarebbe da individuare negli oli minerali. Inoltre, su alcune qualità sarebbero emerse tracce di plastificanti o pesticidi. Sia chiaro, si tratta di percentuali estremamente basse ed entro i limiti di guardia consentiti dalla legge.

A ogni modo, considerando che gli idrocarburi degli oli minerali comprendono una vasta quantità di sostanze, è bene prestare attenzione. Quelle individuate (o individuabili) nei prodotti in questione sono gli idrocarburi aromatici, detti anche MOAH, risultanti addirittura in un terzo dei prodotti analizzati. Da questo punto di vista, il poco ambito primato spetterebbe alla marca Filippo Berio, col test che parla di oli minerali “notevolmente aumentati” (il prodotto testato però, l’Olivenol Classico 500 ml, è presente nel mercato tedesco ma non in quello italiano, come precisato dall’azienda stessa).

Discorso simile anche per gli altri marchi, in quantità più o meno incidente. Questo non significa, naturalmente, che la produzione non sia di alta qualità né che i prodotti in questione siano nocivi. Alcuni pesticidi, tuttavia, sono stati messi al bando in quanto connessi a possibili effetti cancerogeni. Per questo, nelle fasi di produzione, l’uso viene estremamente ridotto, così come affinato il trattamento successivo alla realizzazione.

Pronta la replica di Filippo Berio: “ll prodotto testato – Filippo Berio Olivenöl Classico 500ml, GTIN 8002210113312, è commercializzato in Germania ma non è presente nel mercato italiano dove abbiamo una gamma specifica di prodotti, diversa da quanto vendiamo in quel paese“.

Per quanto riguarda la presenza di pesticidi, la nota continua: “Deltametrina: valore rilevato 0,015 mg/kg rispetto a un LMR (livello massimo di residuo fissato dall’UE; per le olive) di 0,6 mg/kg (ovvero 40 volte al di sotto del limite). Fosmet: valore rilevato 0,017 mg/kg rispetto a un LMR (livello massimo di residuo fissato dall’UE per le olive) di 3 mg/kg (ovvero circa 176 volte al di sotto del limite). Di conseguenza i valori riscontrati sono ampiamente inferiori ai livelli definiti dalle norme (Regolamento CE 396/2005 e successive modifiche)“.

Per quanto riguarda l’olio minerale (MOSH/MOAH), la nota specifica:

“Premesso che in Europa è vigente una rigorosa normativa che disciplina i residui massimi ammissibili dei contaminanti negli alimenti che è nota per essere estremamente cautelativa nei confronti del consumatore (Reg. CE 1881/2006 e successive modifiche), essa attualmente non include alcun limite per gli oli minerali (MOSH/MOAH) negli alimenti, compresi oli e nei grassi vegetali. Studi e ricerche sono in corso per addivenire ad una procedura condivisa e affidabile che al momento non è ancora stata definita.
La metodologia seguita nel test (basata sulla tecnica LC-GC/FID) non è riconosciuta da organismi ufficiali, in quanto peraltro non distingue tra MOAH “cattivi” ovvero derivanti da effettive contaminazioni con oli minerali e MOAH cosiddetti “buoni”, dei quali non si può escludere la presenza naturale in molte cultivar di olive, di conseguenza determina risultati del tutto inaffidabili”

E per finire, in riferimento ai composti clorurati sull’imballaggio la nota di Filippo Berio precisa:

Tutti i materiali utilizzati per i nostri imballaggi sono perfettamente idonei per l’utilizzo in prodotti alimentari, certificati dai nostri fornitori sia relativamente alla conformità normativa, sia ai test di migrazione sul prodotto contenuto“. Occorre inoltre sottolineare che, nell’OKO TEST, il PVC/PVDC/clorato sarebbe stato rinvenuto “nel coperchio esterno di rivestimento” del tappo quindi in una zona nemmeno a contatto con il prodotto alimentare”.

Tutte le procedure stabilite dalla nostra Società per il controllo e la sicurezza dei nostri prodotti ne garantiscono pienamente la conformità, e sono idonee a tutelare la salute di consumatori“.

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