Olio extravergine d’oliva a meno di tre euro: il basso costo cosa rivela?

L’olio extravergine d’oliva in vendita nei supermercati ad un costo basso è affidabile? Prezzi economici corrispondono ad una più scadente qualità? La risposta vi sorprenderà.

Bottiglie di olio extravergine d’oliva a meno di tre euro fanno storcere il naso pensando che il costo basso sia legato ad una bassa qualità del prodotto. La realtà è più articolata di così.

olio extravergine 3 euro
Pixabay

L’Italia è una nazione rinomata per la produzione dell’olio extravergine d’oliva. Alcune regioni, poi, basano la propria economia sulla vendita di olio di qualità capace di accontentare anche i palati più difficili. Le operazioni compiute per produrre l’olio sono, però, lunghe, numerose e costose. Di conseguenza il prezzo finale del prodotto tra produzione, trasporto, vendita risulta essere, in alcuni casi, oneroso. Parliamo di 7 o 8 euro per un olio tutto italiano. Come mai, allora, sugli scaffali dei supermercati si trovano bottiglie dal prezzo inferiore ai 3 euro. Una differenza di ben 5 euro incide notevolmente sulla spesa finale ed è giusto che i consumatori capiscano da cosa è determinata per scegliere quale prodotto acquistare. Tutto dipende dalle olive utilizzate e nella provenienza.

Olio extravergine d’oliva, il basso costa cosa rivela?

Una differenza di prezzo elevata come 5 euro significa una sola cosa, la concorrenza “sleale” è concessa e a farne le spese sono i produttori di olio d’oliva italiani. L’Unione Europea non è intervenuta per pretendere un certo standard di qualità e concede la concorrenza di prodotti simili ma qualitativamente distanti. Le conseguenze del divario del costo sono chiare a tutti; i cittadini cedono all’acquisto dell’olio non italiano perché devono risparmiare per riuscire ad affrontare i rincari e le numerose spese a cui sono soggetti. Tra i 3 euro del supermercato e i 7 euro da spendere presso un produttore italiano DOC è logico che tante persone optino per la prima soluzione perché più economica. C’è un dettaglio, però, che è bene che i consumatori conoscano. Spesso le olive utilizzate per produrre olio da 3 euro sono di una qualità talmente bassa che un vero produttore italiano non utilizzerebbe mai. La denominazione “extravergine”, poi, in tanti casi non dovrebbe essere citata e la motivazione è decisamente inquietante.

Il dettaglio che fa la differenza

Olive “non vergini” producono un odore che le distingue facilmente da quelle extravergine. Per risolvere questa problematica, alcuni produttori utilizzano deodoranti. L’Unione Europea ha adottato misure che regolano e limitano l’uso del deodorante per l’olio d’oliva ma che non lo impediscono. Di conseguenza la vendita di bottiglie di olio d’oliva che passano per extravergine ma che in realtà sono “allungate” con deodorante è lecita e approvata dall’UE. La triste verità è, dunque, che il basso costo è legato ad una pratica autorizzata seppur inquietante. Fino a quando non ci saranno prove a sostegno della tesi che l’uso dei deodoranti per olio d’oliva è dannoso per la salute – ad oggi non ce ne sono – continueremo a trovare sugli scaffali bottiglie di presunto olio extravergine d’oliva a fare concorrenza all’olio “vero” di “veri” produttori italiani.

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