Smartphone, uno studio ne certifica la pericolosità: le conseguenze sono disastrose

Secondo un recente lavoro di ricerca le radiazioni degli smartphone sono deleterie già in giovane età. Ecco a quali rischi si va in contro

Cosa avviene tecnicamente e perché bisogna cercare di limitare l’uso di questi dispositivi. I dati raccolti non lasciano bene sperare per il futuro.

Smartphone
Fonte Adobe Stock

Tante volte, forse troppe ci si sente dire di non stare troppo tempo con lo smartphone. Una dinamica piuttosto comune soprattutto in famiglia, dove i genitori cercano invano di spiegare ai propri figli i pericoli derivanti dall’uso eccessivo di dispositivi mobili. 

A tal proposito può essere molto più convincente uno studio condotto da Martin L. Pall professore della Washington State University. Stando al suo lavoro di ricerca, gli impulsi provenienti da Smartphone, radar e contatori intelligenti generano degli effetti sul corpo umano. In pratica le forze elettriche e magnetiche causano l’aumento di calcio intracellulare nel cervello. 

Smartphone: a quale grande pericolo può portare

Il che detto in parole povere significa sostanzialmente che i telefoni possono essere responsabili dell’insorgenza dell’Alzheimer. Tra i dati allarmanti emersi, uno desta molte preoccupazioni, ovvero che entro il 2050 il numero di vittime colpite dalla patologia in questione, si triplicherà.

A rendere il tutto ancor più inquietante  è che i cambiamenti del cervello legati alla malattia possono iniziare anche a partire da 25 anni. Di fatto l’età media sta diminuendo negli ultimi 20 anni. Il professor Pall ha analizzato che il lasso temporale corrisponde perfettamente con l’esplosione della tecnologia wireless a livello mondiale.

Purtroppo tra le conseguenze di tutto ciò c’è che a persone tra i 30 i 40 anni sia stato diagnosticato l’Alzheimer. Un campanello d’allarme da prendere in considerazione, per evitare che negli anni a venire la situazione possa degenerare ulteriormente.

Proprio in virtù di ciò, Pall si augura che i risultati di questi studi possano essere condivisi il più possibile con il pubblico, in modo tale che ognuno possa regolarsi secondo coscienza e cercare di ridurre l’incidenza di questa spiacevole problematica già in età giovanile. Rimane comunque un compito difficile visto che la società contemporanea è sempre più schiava di “aggeggi” di questo tipo, con cui ormai si può fare davvero di tutto.

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