Amazon, tra accuse e smentite: al bagno i dipendenti sono cronometrati

Amazon accusata di cronometrare i dipendenti che vanno al bagno e di applicare sanzioni per permanenze al di sopra del tempo si difende.

La Filt CGIL Torino accusa la nota azienda e-commerce di monitorare e cronometrare con un algoritmo i dipendenti quando sono in bagno. Amazon nega e risponde all’accusa.

Amazon denuncia
Adobe Stock

I lavoratori hanno degli orari da rispettare, dei turni e delle pause ma un minimo di flessibilità deve essere concessa dal datore di lavoro per consentire al dipendente di sbrigare un bisogno personale imprevedibile. E’ possibile recriminare l’assenza dalla propria postazione per fumare una sigaretta o fare una telefonata ma occorre essere più elastici quando si tratta di una momentanea interruzione dell’attività lavorativa per andare al bagno soprattutto se capita all’una di notte. La riflessione nasce in seguito ad un episodio denunciato dalla Filt CGIL Torino in Piemonte e smentito di riflesso da Amazon, l’azienda coinvolta nell’accusa. Capiamo cosa è successo approfondendo la versione di tutte le parti coinvolte.

Amazon e l’accusa della CGIL

La CGIL di Torino ha denunciato un episodio che ha coinvolto una ragazza di 26 anni dipendente Amazon. Secondo l’organizzazione l’azienda avrebbe contestato alla lavoratrice una sospensione di venti minuti dal posto di lavoro per recarsi al bagno all’1,15 di notte. La mansione svolta è di addetta alla preparazione dei pacchi da spedire e il momentaneo allontanamento dall’occupazione le è costato un giorno di sospensione.

La Filt CGIL accusa Amazon di monitorare e cronometrare i dipendenti che si recano al bagno e di punire chi sfora la tempistica determinata da un algoritmo. E’ stato richiesto l’intervento dell’Ispettorato del lavoro che ha confermato l’assurdità della situazione e ha annullato la sanzione disciplinare considerandola spropositata e priva di ogni fondatezza. I diritti dei lavoratori devono essere difesi -afferma la CGIL – e le norme sul lavoro correttamente applicate.

La risposta della nota azienda

Amazon smentisce le accuse riferendo di non cronometrare i dipendenti e di non controllare le pause effettuate. L’azienda ribadisce che i dipendenti del magazzino possono utilizzare il bagno quando vogliono e per il tempo necessario. L’unica richiesta è di informare il responsabile della momentanea assenza in modo tale da mantenere la sicurezza sul lavoro. Le procedure previste dal contratto collettivo devono essere rispettate per non rischiare problemi di sicurezza e conseguenze spiacevoli soprattutto in caso di evacuazione o emergenza. I responsabili devono sapere dove si trovano i lavoratori in ogni momento e l’attenzione richiesta è alta dato l’elevato numero di personale, 1.500 dipendenti nel sito di riferimento.

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