“Europa in ginocchio” ma la foto è fake: la propaganda russa scivola

La propaganda del Cremlino fa flop. Mosca attribuisce alle sanzioni imposte alla Russia le immagini delle file per il pane a Milano. Ma la foto è di due anni fa.

 

La guerra in Ucraina è arrivata in un momento storico particolarmente complesso. Non solo per le difficoltà già portate dalla pandemia ma soprattutto per la quantità praticamente illimitata di fonti di informazione.

Sanzioni propaganda fake news
Foto © AdobeStock

Talmente vasta da rendere difficile discernere l’attendibilità dall’approssimazione. O, addirittura, dalla fake news. Specie nel momento in cui subentra la macchina della propaganda. Un metodo attribuito perlopiù alle forze russe, le quali, a loro volta, hanno più volte accusato l’Ucraina di utilizzare i mezzi di informazione per la diffusione di notizie false. Un quadro complicato, figlio diretto dei nostri tempi. Certo è che la propaganda russa, nelle ultime settimane, ha lavorato soprattutto sul fronte della crisi economica. Cercando di “giustificare” l’operato di Vladimir Putin e, soprattutto, la presunta marcia vincente dell’esercito di Mosca. Una sorta di monito all’Occidente, coadiuvato però da immagini non esattamente attinenti alla realtà.

La strategia iniziale della Russia, quella che puntava a una guerra lampo sfruttando il miglior equipaggiamento dell’esercito, è sostanzialmente fallita. L’Ucraina ha posto una resistenza estrema, riuscendo addirittura a far arretrare gli invasori in alcune zone del Paese. Nel frattempo, però, la macchina della propaganda avrebbe cercato di cavalcare l’onda del timore relativo alle conseguenze delle sanzioni applicate dall’Europa, diffondendo alcune immagini che, alla lunga, hanno sortito un effetto boomerang sulla stessa Russia. Merito del web che, se da un lato può essere un vantaggio, dall’altro può contribuire a individuare più in fretta le eventuali notizie false. Come in questo caso.

La propaganda russa pubblica un fake: la foto è di due anni fa

Il flop è arrivato sui canali social europei, visto che in Russia i principali network sono stati bloccati. E tutte le informazioni in entrata dall’estero vengono sottoposte al setaccio della censura. Il risultato è una chiusura quasi totale alle notizie provenienti dall’Europa e dall’Occidente in generale. Il che facilita il lavoro della propaganda, sia in merito all’andamento della guerra che sugli effetti della crisi economica. La quale, secondo i canali russi, avrebbe colpito soprattutto l’Unione europea dopo le sanzioni imposte per isolare economicamente Mosca e accelerare la fine del conflitto. Senonché, sui canali Telegram del Cremlino, sono apparse delle immagini riferite all’Italia, nelle quali vengono mostrate alcune persone in fila presso associazioni di carità, intente a ritirare pane e altri generi di prima necessità. Qualcosa che è effettivamente accaduto, nel momento in cui anche alcune famiglie in precedenza benestanti sono state costretta a far fronte alla crisi nera.

Non quella portata dalle sanzioni alla Russia però. Le foto in questione, infatti, risalgono a ben due anni fa, ovvero nel periodo del lockdown. Uno dei più difficili vissuti dal nostro Paese, quando la frenata dei consumi e del lavoro ha costretto molte famiglie  far ricorso all’assistenza e alla sussistenza. Le file presso le associazioni caritatevoli e la stessa Caritas non sono una novità nemmeno oggi. Niente di attribuibile, però alla guerra in Ucraina né, tantomeno, al rallentamento delle relazioni commerciali con Mosca. Ai social non sfugge nulla. Specialmente ciò che è stato vissuto così di recente.

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