Prelievo contanti, il (vero) limite giornaliero: facciamo chiarezza

Gli aspetti da chiarire per quanto riguarda il prelievo contanti e il limite giornaliero. Quando possono scattare controlli e accertamenti fiscali

La questione nasce dalla confusione con la norma inerente la tracciabilità dei pagamenti, che però non ha a che fare con le operazioni di ritiro contanti.

Prelievo contanti
Fonte Adobe Stock

La questione del limite del prelievo di contanti ha innalzato un polverone piuttosto importante. Molti utenti infatti si chiedono se esiste o meno un tetto massimo in tal senso oltre il quale si può incorrere in rischi o sanzioni.

In realtà non ci sono vincoli sotto questo punto di vista, anche quando si decide di ritirare cifre particolarmente elevate in un’unica soluzione. L’unico aspetto a cui badare è quello legato alle spiegazioni che potrebbero chiedere i funzionari della banca. È bene però precisare non è da considerare come un vero e proprio controllo o indagine.

Prelievo contanti da non confondere con il limite di spesa giornaliero

La diatriba nasce dalla confusione che molti utenti fanno con la disposizione inerente la tracciabilità dei pagamenti. Per il 2022 il limite è di 2.000 euro, mentre dal 2023 dovrebbe essere di 1.000 euro. Queste regole però valgono per i pagamenti verso terzi. Non per i prelievi e i versamenti sul proprio conto corrente bancario o postale. 

Quindi se si decide di prendere dai propri risparmi una cifra superiore a 2.000 euro non ci sono ripercussioni né da un punto di vista penale, né sotto l’aspetto fiscale e amministrativo. Tuttavia l’Agenzia delle Entrate può fare il suo corso (chiedendo spiegazioni) per quanto concerne gli imprenditori, i quali hanno l’obbligo di dichiarare qualsiasi genere di prelievo superiore a 1.000 euro al giorno o a 5.000 euro mensili. 

Quando si rischia di incorrere in accertamenti e indagini per le operazioni di prelievo

Nel caso in cui il ritiro sia superiore ai 10.000 euro in un mese (anche frazionato), la banca è tenuta a chiedere al correntista il motivo dell’ingente operazione. Se dovessero esserci dei sospetti l’istituto di credito deve avvisare l’Unità di informazione finanziaria.

Quest’ultima può decidere se informare la Procura della Repubblica per l’apertura di un eventuale fascicolo. Ad ogni modo è comunque importante fornire una ragione valida che in qualche modo giustifichi una necessità di denaro così importante (esempio dover pagare operai di diverse ditte per dei lavori di ristrutturazione).

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