Soldi, occhio ai prelievi e ai pagamenti in contanti: c’è un limite che proprio non puoi superare

Occhio ai prelievi e ai pagamenti in contanti in quanto c’è un limite che proprio non puoi superare. Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

Sia in caso di pagamenti in contanti che di prelievi occhio ai movimenti di denaro, in quanto in determinati casi si finisce per attirare l’attenzione del Fisco.

limite contante 2022
Foto © AdobeStock

Alimentazione, abbigliamento, istruzione dei figli, ma anche un semplice caffè al bar con amici o colleghi e chi più ne ha più ne metta. Anche se spesso sembra quasi non volerci fare caso, sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover sborsare del denaro al fine di poter acquistare beni e servizi di nostro gradimento. Una chiara dimostrazione di come i soldi pur non essendo garanzia di felicità si rivelino essere utili in diverse circostanze.

Data la sua importanza, quindi, non stupisce che possa finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco. Proprio per questo motivo, onde evitare di incorrere in spiacevoli sorprese, si invita a prestare attenzione ai prelievi e ai pagamenti in contante. Questo in quanto vi è un limite che proprio non si deve superare. Ma di quale si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Soldi, occhio ai prelievi e ai pagamenti in contanti: tutto quello che c’è da sapere

Abbiamo già avuto modo di vedere che i conti correnti finisco spesso nel mirino del Fisco, che cerca in questo modo di scoprire eventuali casi di evasione fiscale. Ma non solo, a destare attenzione sono anche i movimenti di denaro contante e i prelievi.

A tal proposito ricordiamo che a partire dal 1° gennaio 2022 sarebbe dovuto scattare il limite pari a massimo 999,99 euro per le transazioni con soldi cash. In presenza di pagamenti con denaro contante superiori a mille euro, pertanto, sarebbero dovute scattare le multe.

In seguito alla votazione degli emendamenti al decreto Milleproroghe, però, il limite di 999,99 euro farà il suo esordio a partire dal 2023. Ne consegue, pertanto, che nel corso del 2022 è possibile continuare a effettuare pagamenti con denaro contante fino a 1.999,99 euro, senza correre il rischio di dover pagare delle pesanti sanzioni.

Per pagamenti superiori a 2 mila euro, quindi, bisogna necessariamente utilizzare strumenti tracciabili, quali ad esempio bancomat, carte di credito o bonifico. Se non si rispettano tali limiti, si rischia di dover pagare multe particolarmente salate, con importi che vanno da 2 mila a 50 mila euro.

Soldi, occhio ai prelievi: quando scattano i controlli del Fisco

Sempre in tale ambito ricordiamo che, come sottolineato dal Mef, i limiti poc’anzi citati riguardano solamente i pagamenti con denaro contante e non, invece, le operazioni di prelievo o versamento di soldi sul proprio conto corrente. Allo stesso tempo, anche per quanto riguarda queste operazioni, si invita a non abbassare mai la guardia.

Questo in quanto vi sono alcuni movimenti, soprattutto se di importo particolarmente alto, che potrebbero attirare l’attenzione del Fisco. Proprio in tali circostanze, infatti, la banca può procedere con la relativa segnalazione alla UIF, ovvero l’Unità di Informazione Finanziaria.

In genere, interesserà sapere, l’Agenzia dell’Entrate effettua i controlli sui conti in seguito alle segnalazioni da parte degli istituti di crediti di eventuali movimenti, sia in entrata che in uscita, ritenuti sospetti. Se si tratta di imprenditori, ad esempio, i controlli possono scattare in presenza di prelievi superiore a mille euro al giorno o cinque mila euro in un mese.

Nel caso in cui, invece, si tratti di privati cittadini, allora la banca può decidere di inviare una segnalazione all’Unità di informazione finanziaria in presenza di prelievi con importi pari a mille euro in un giorno o 10 mila euro in un mese.

Ma non solo, i privati cittadini devono prestare attenzione anche ad eventuali movimenti in entrata con importi superiori a mille euro. Questo in quanto il Fisco potrebbe chiedere delucidazioni in merito alla provenienza del denaro, in modo tale da poter escludere che sia, ad esempio, il frutto di lavoro in nero.

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