Bonus dentista: l’agevolazione non esiste ma (forse) c’è

Nessuna agevolazione risponde a questo nome. Per questo la cura dei denti è essenziale. Tuttavia, le spese dal dentista possono essere ammortizzate.

 

Se nessuno va volentieri dal dentista un motivo c’è. Anzi, per la verità ce ne sono almeno un paio: una certa paura riflessa del dolore ai denti, qualsiasi sia l’intervento da effettuare, e qualcos’altro di ben più terreno.

Bonus dentista
Foto © AdobeStock

I costi dei vari interventi naturalmente. Spesso ingenti, a seconda del tipo di cura da effettuare. Dal montaggio di un apparecchio a una dentiera, passando per le estrazioni, ponti, pulizia e chi più ne ha più ne metta: una serie di operazioni costose, specie se protratte su lunga scala. Per questo la cura della propria arcata dentale è essenziale. La protezione preventiva, lavarli almeno due volte al giorno e tutte le accortezze che ci vengono insegnate fin da bambini, in realtà sono utili anche e soprattutto da adulti. Poi è chiaro che, in alcuni casi, patologie o problematiche persistenti costringano a ricorrere sovente all’aiuto del dentista. In quei casi ci si potrà fare poco, se non rimboccarsi le maniche e procedere a farsi due conti.

E’ proprio in questi frangenti, però, che dovrebbero subentrare delle risorse messe a disposizione dal Governo per gli Isee più bassi. Stavolta, però, non si tratta di un bonus. Un provvedimento in tal senso, infatti, non esiste. E la proposta di inserirne uno in Legge di Bilancio 2020, avanzata dal Movimento 5 Stelle, non aveva portato esiti positivi. L’obiettivo era inserire un bonus con un buon margine di manovra, permettendo di accedere agli incentivi a tutti coloro il cui reddito fosse inferiore ai 25 mila euro. Niente di tutto questo. Anzi, nel 2018 è saltato persino il cosiddetto “dentista sociale”, lasciando l’intero pacchetto delle cure alla discrezione del professionista.

Bonus dentista, lo scudo del risparmio contro il mal di… tasche

Niente Bonus dentista quindi. Almeno non nel senso classico delle agevolazioni. Qualcuno lo promuove anche ma è bene sapere che non esiste qualcosa che si chiami così. Niente 500 euro né dentista sociale. Ma il risparmio è un altro discorso. Quello è possibile e anche in buona misura. Basta conoscere i dettagli della categoria e capire quali prestazioni possono essere, ad esempio, coperte dal Servizio sanitario nazionale. Quest’ultimo, infatti, si fa carico di alcune cure ortodontiche, anche se non molte. Si tratta perlopiù di programmi di tutela, come quello relativo alla salute odontoiatrica dell’età evolutiva (0-14 anni), costituita da controlli gratuiti a scopo di prevenzione. Lo stesso discorso e per la medesima età vale anche per gli interventi chirurgici e i trattamenti ortodontici, ma anche per esami, estrazioni e ablazioni. Inoltre, tali cure sono a carico del Ssn anche per i soggetti in condizioni di vulnerabilità.

Quest’ultima categoria include dei beneficiari particolari. Nello specifico, coloro in attesa di trapianto o in fase di post-trapianto (cornee escluse), in stato di grave immunodeficienza e con cardiopatie congenite. Inoltre, l’agevolazione varrà anche per chi soffre patologie oncologiche ed ematologiche in età evolutiva e adulta in trattamento di radioterapia. Infine, per coloro in stato di emofilia grave o altre patologie gravi dell’emocoagulazione. Per quanto riguarda le vulnerabilità sociali, ossia tenendo conto delle condizioni socio-economiche di chi richiede le cure, bisognerà far conto sulle amministrazioni locali. Starà a loro disporre la possibilità di beneficiare di prestazioni gratuite, sia per controlli di routine che per interventi urgenti.

Per chi non dovesse rientrare fra gli agevolati, non resterà che la detrazione delle spese. Unica possibilità per rientrare perlomeno parzialmente dei soldi impiegati per le cure dentistiche. La parte che supera la franchigia di 129,11 euro sarà l’unica a poter essere portata in detrazione. E nemmeno tutti i costi rientrano nell’egida…

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