Superbonus, sorpresa dalle banche: la cessione del credito si allarga

Le banche superano la logica delle tre cessioni per il Superbonus e le altre agevolazioni. Ma l’operazione, forse, non è più così conveniente.

 

La riapertura della piattaforma per la cessione del credito, da parte di Poste Italiane, aveva contribuito a smorzare la tensione sulla limitazione della pratica. Superata col ripristino delle cessioni multiple.

Superbonus cessione credito
Foto © AdobeStock

Dopodiché, il tutto si era trasferito nell’ambito dei prezzi. Ora i vincoli si allentano anche per le banche, almeno in parte. Il Decreto bollette, in fase di conversione, ha visto l’approvazione di un emendamento che ha nuovamente consentito alle banche di effettuare un cessione del credito ulteriore, addirittura una in più oltre la terza. Con l’unica condizione che il cessionario sia un correntista dell’istituto. In pratica, per agevolazioni come il Superbonus non solo è stata superata la logica restrittiva che aveva ridotto l’opzione a una sola cessione ma, in alcune circostanze, il limite è stato esteso ulteriormente. Un dettaglio che non va assolutamente sottovalutato. E che, anzi, rende particolarmente interessante la pratica della cessione del credito.

La possibilità è quella di rafforzare la circolazione dei crediti attraverso nuove risorse per quegli istituti che hanno esaurito i plafond. O che li esauriranno a breve. Modifiche anche sui tempi di comunicazione sulle cessioni dei crediti del 2021. La nuova data è il 15 ottobre, valida per i soggetti Ires e per le Partite Iva. Per quanto riguarda i contribuenti Irpef, la scadenza si attesta al 29 aprile. Occhio ai prossimi giorni, poiché dovrebbe essere definita anche la nuova data di scadenza per la fruizione del Superbonus per le case indipendenti. Anche se dovrebbe comunque restare la regola del 30% di completamento dei lavori entro il 30 giugno. Più obbligo di conclusione entro fine anno.

Superbonus, cessione del credito con le banche: vantaggi e svantaggi

Rispetto a Poste, le banche offrono una varietà di soluzioni diverse a seconda dell’istituto di credito che si andrà a scegliere per eseguire la cessione del credito. Ricorrere a loro, però, è decisamente più complesso, tanto che la strada in salita per l’ok all’operazione non ha mancato di scoraggiare l’apertura di nuovi cantieri edili tramite Superbonus. Tanto più a seguito della riapertura alle cessioni multiple, vietate lo scorso autunno a seguito della scoperta di numerosi illeciti perpetrati proprio nell’ambito dell’operazione. A fronte di una nuova tolleranza sulle cessioni fino a un massimo di tre, la rigidità delle verifiche è proporzionale al motivo che aveva portato alla limitazione. Alcune truffe erano state eseguite su crediti connessi a lavori mai terminati. O addirittura mai iniziati.

La tracciabilità sarà un requisito essenziale per la cessione del credito. Inoltre, vige l’obbligo del visto di conformità, anche se per le banche resterà l’elasticità delle quattro operazioni consentite. Resta però da capire quanto queste siano effettivamente convenienti, in un momento storico che vede la forte influenza del costo del denaro. Non solo per quel che riguarda le cessioni del credito ma anche per mutui e prestiti, ai quali le prime sono per certi versi assimilabili. Il rimborso avviene in rate annuali, le quali saranno saldate dall’erario piuttosto che dal beneficiario.

Tipologia e durata dell’agevolazione determinano per larga parte il costo della cessione. Niente prezzi standard quindi ma prospetti personalizzati da discutere direttamente in sede. Allacciando all’operazione anche il prestito ponte, si finirebbe comunque a dover versare lo stesso, almeno nella maggior parte dei casi. Condizione che influisce sul ricorso al Superbonus ma anche sui suoi “fratelli”.

Impostazioni privacy