Evasione fiscale, non si scherza più: arriva la nuova rete di controlli

Il Governo ha ideato delle nuove strategie per stanare i furbetti dell’evasione fiscale. Come funzionano le nuove ispezioni 

Lente di ingrandimento sul Superbonus 110%, e-fattura, partite Iva, Pos e sull’utilizzo delle carte di altri strumenti di pagamento.

Evasione fiscale
Fonte Adobe Stock

Uno degli obiettivi principali del Governo Draghi è quello di mettere fina una volta per tutte all’evasione fiscale. Per farlo è stata intensificata la rete di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il decreto Semplificazioni si pone come obiettivo finale quello di rendere le banche dati degli individui alla stregua di una casa di vetro, in modo tale da comprendere chi è rispettoso delle regole e chi invece le trasgredisce.

L’ambizione è quella di ridurre del 40% l’evasione fiscale italiana entro il 2026, quando finirà il Pnrr. Si punta comunque ad abbassarla già del 5% nel 2023 e del 15% nel 2024. 

Evasione Fiscale: cosa ha in mente il governo per placare l’ascesa dei furbetti

Uno dei primi passi in tal senso è la lotteria degli scontrini. Il codice a barre che indentifica ogni partecipante sarà sostituito da un QR-Code sullo scontrino. Il cliente inquadrandolo tramite l’app dedicata (dovrebbe essere l’app IO) potrà capire se è stato o meno fortunato.

Altro grande stravolgimento riguarda uno strumento sicuramente più in utilizzato in questi anni contraddistinti dalla pandemia, ovvero il Superbonus 110%. Nonostante sia stato ideato per un fine importante, purtroppo ha generato una serie di “furbetti” che hanno approfittato e non poco della situazione. Per effetto di ciò l’Esecutivo ha reso obbligatorio l’invio della pratica all’Enea già all’inizio della procedura, al pari di quanto accade con l’ecobonus al 65%.

Passando alle partite Iva, anche per chi non rientra nel regime forfettario sarà obbligatoria la fatturazione elettronica. Circa 2 milioni di persone sono soggette a questa condizione, tra cui coloro che beneficiano della flat tax grazie alla quale pagano un 15% di tasse per i redditi fino a 65mila euro. 

Maggiore rigidità per chi nega i pagamenti con Pos. Multa fissa di 30 euro a cui va aggiunto il 4% della transazione negata. Ma non è tutto. Il Governo ha in mente anche una mappatura di coloro che utilizzano delle carte di credito. Sia i gestori delle transazioni che gli intermediari sono obbligati a mandare all’ADE tutti i dati dei pagamenti digitali degli italiani. Così si può comprendere realmente chi sbaglia in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi e chi invece lo fa di proposito.

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