Assegno unico: cosa succede dopo il 30 giugno se manca questo documento

Se entro il 30 giugno non si consegna un documento indispensabile potrebbero esserci delle ripercussioni inerenti la ricezione dell’assegno unico

In merito alla questione l’Inps ha diramato un comunicato in cui specifica le condizioni a cui allinearsi entro la suddetta data.

Assegno familiare
Fonte Adobe Stock

L’assegno unico unico e universale per i figli a carico è tra le novità più importanti del 2022 per quanto concerne gli aiuti per le famiglie. Come si evince dal nome viene elargito ai nuclei per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni e senza limiti d’età per i figli disabili. Viene concesso anche per i nuovi nati a partire dal settimo mese di gravidanza. 

Al pari di altri però è previsto al di sotto di una certa soglia. Ed è qui che entra in gioco l’ISEE (naturalmente in corso di validità). L’indicatore non deve superare i 40.000 euro. Per chi eccede o addirittura non presenta il documento è previsto l’importo minimo, ovvero appena 50 euro mensili. 

Assegno unico: perché può palesarsi il rischio di perdere il beneficio

Il tutto però potrebbe cambiare dopo il 30 giugno 2022. Si rischia infatti di ricevere un importo più basso. Il motivo riguarda il numero delle mensilità e non l’ammontare dell’importo a cui il nucleo familiare ha diritto, ad eccezione dei casi nei quali c’è una variazione dell’ISEE o del numero dei figli a carico.

Chi ha presentato la domanda in ritardo rispetto al 1 gennaio 2022 e lo farà entro il 30 giugno riuscirà a ricevere anche gli arretrati a partire dal mese di marzo. Per chi presenterà domanda dal 1 luglio non sarà lo stesso e non sarà più possibile usufruire di questa possibilità.

Entro la fine di giugno si può quindi presentare l’ISEE aggiornato per poter ricevere realmente l’importo spettante. L’assegno unico può arrivare fino ad importo massimo di 175 euro a figlio per chi ha un ISEE più basso di 15.000 euro (quindi per coloro che versano in situazione di oggettiva difficoltà).

Insomma, chi non volesse perdere gli arretrati e la quota prevista in base alla propria situazione economica, deve sbrigarsi. Il tempo a disposizione non è propriamente poco. Fino al 30 giugno 2022 ci si può rimettere al passo. 

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