Non solo Legge 104: l’assistenza può valere 1.200 euro al mese

In base alla percentuale di invalidità riconosciuta variano le misure assistenziali. Non è solo la Legge 104, però, che regola gli aiuti.

 

Una combinazione di fattori. Spesso è una situazione estremamente compromessa che caratterizza la maturazione del diritto, da parte di un contribuente, a un’assistenza diretta da parte dello Stato.

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Sia dal punto di vista meramente assistenziale che economico. La Legge italiana consente di accedere a una serie di agevolazioni qualora il quadro clinico parli di una disabilità grave patita da chi le richiede. Perlopiù si parla di misure incluse nel ventaglio della Legge 104, pensata proprio per fornire un aiuto sia al disabile che, eventualmente, al familiare che lo assiste in modo continuativo o frequente. Aiuti che variano in base alla percentuale di invalidità riconosciuta al soggetto in questione. Chiaramente, più la percentuale attribuita sarà elevata, maggiori saranno i bisogni della persona. E, di conseguenza, le varie agevolazioni previste in forma di assistenza.

Durante la pandemia si è parlato perlopiù di soggetti fragili ma la sostanza non è cambiata di molto. Se non nel fatto che, all’interno del macrogruppo, erano comprese anche quelle persone rese appunto fragili dall’impatto del Covid, dal punto di vista immunitario, sociale o psicologico. Il che ha di fatto esteso per necessità la rete dell’assistenza, includendo anche categorie che, inizialmente, non erano comprese nel quadro dell’emergenza. Questo, a ogni modo, non ha variato nella sostanza le tutele messe a disposizione dalla Legge 104. Anzi, in un certo senso, questo tipo di assistenza è andata a unirsi ad altre previste per chi, invece, ha patito direttamente la pandemia, sul piano sanitario o economico.

Legge 104 e oltre: il quadro dell’assistenza multipla

Al momento, il quadro assistenziale non guarda solo alla Legge 104. Tale misura, sommata alle varie indennità per disabili e ad altre previste per condizioni di invalidità o inabilità civile, possono portare a un cumulo da quasi 1.200 euro al mese. Ad esempio, gli invalidi totali percepiscono una pensione pari a 291,69 euro al mese, aumentata rispetto al 2021. Una somma alla quale applicare la cosiddetta maggiorazione al milione, quindi un’aggiunta ulteriore in grado di proiettare la cifra complessiva a 660,79 euro mensili. A patto che il reddito annuale non superi i 5.015,14 euro (invalidità o indennità di frequenza) o 17.050,42 euro (assegno di inabilità civile). Per gli invalidi civili va tenuta in considerazione, inoltre, la possibilità di accedere alla cosiddetta indennità di accompagnamento.

In questo caso, si parla di una cifra complessiva pari a 525,17 euro al mese, esclusivamente in base alla patologia di cui si soffre. Nessun parametro reddituale, quindi, andrebbe a influire sull’importo percepito (totalmente esente dall’Irpef), anche se l’assegno non prevede la tredicesima. La quale, invece, al mese di dicembre scatterebbe per l’assegno di inabilità per gli invalidi civili. Per quanto riguarda l’indennità di accompagnamento, si parla quindi di una prestazione totalmente esentasse, che non sarà necessario indicare nella Dichiarazione dei redditi, in qualunque modo questa avvenga.

Sommando le due prestazioni, entrambe richiedibili congiuntamente all’Inps (qualora naturalmente il quadro sanitario lo consenta), il totale complessivo si attesterebbe a 1.200 euro mensili circa. Tutto dovrà passare sotto verifica della commissione medica. Solo l’ok della stessa consentirà l’accesso alle prestazioni. E a un’assistenza completa, sul piano del sostegno alle spese e dell’accudimento domestico.

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