Codice della strada, chi ha preso davvero la multa? Come evitare di pagarla inutilmente

La Corte di Cassazione ha stabilito che si può evitare una tipologia di multa prevista dal Codice della Strada, ma solo ad una determinata condizione

Si tratta di una contromossa da compiere nel momento in cui viene applicata una sanzione per una specifica infrazione. Vediamo di cosa si tratta.

Codice della strada
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Vedersi recapitare una contravvenzione per un’infrazione commessa qualche mese prima è una prassi piuttosto consolidata. In pochi sanno come prendere le giuste contromisure. Soprattutto se è prevista la decurtazioni di punti dalla patente, è importante espletare alcune importanti pratiche, onde evitare qualsiasi genere di problematica.

Infatti non è da escludere il caso in cui un’auto venga usata da più persone. Si pensi ad una famiglia o ad una piccola azienda che dispone di qualche vettura sfruttata da diversi dipendenti in contemporanea. A quel punto è importante stabilire chi era guida al momento dell’infrazione, in modo tale da poter far decurtare i punti dalla patente di chi si è macchiato del comportamento scorretto. 

Codice della Strada: per quale frangente la Cassazione prevede l’annullamento della multa

La legge fino a questo momento prevede che il proprietario del veicolo deve comunicare entro 60 giorni dal ricevimento della notifica gli estremi del conducente della macchina. Il mancato espletamento della pratica può comportare addirittura una multa da 1.160 euro.

Da qualche tempo però si può evitare di pagare la multa e di vedersi decurtare i punti dalla patente qualora non si sia sicuri di chi ci fosse alla guida al momento dell’azione maldestra.

Il tutto è stato stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha risposto alla contestazione presentata da una signora, la quale non era in grado di risalire al conducente reo di non aver osservato le disposizioni previste. 

Tramite l’ordinanza numero 9555/18 da applicare al Codice della Strada è possibile fare una distinzione tra chi evita o si dimentica di fornire i dati richiesti, da chi invece fornisce una dichiarazione dove spiega di non riuscire a risalire al conducente della macchina al momento del fatto incriminato. A quel punto la palla passa al giudice che analizza il documento e stabilisce se le affermazioni corrispondono o meno alla verità.

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