Smartphone, la carica notturna costa cara (ma non tutti lo sanno)

Mai sottovalutare un’operazione semplice come la carica del proprio smartphone. Soprattutto se si effettua di notte.

 

Alcune particolari abitudini, date per scontate per la loro familiarità col nostro vivere quotidiano, non vengono lette in tutte le loro sfaccettature. Volti molteplici che, a volte, possono sortire un effetto ambivalente.

Carica cellulare notte
Foto © AdobeStock

Un paradosso forse, considerando che si parla di gesti e convenzioni estremamente semplici. Fra questi, rientra la carica del proprio cellulare. Un’operazione che, come abbiamo visto, richiede più attenzione di quanta in realtà non se ne presti. Ad esempio, non tutti sanno che una volta finita la carica, sarebbe bene scollegare del tutto il caricatore dalla presa, visto che il consumo di corrente, seppure minimo, continuerebbe anche senza che il cellulare vi sia attaccato. A parte questo, però, sembra esserci una certa necessità di monitorare attentamente anche gli orari in cui la carica avviene. Per quanto sembri un dettaglio irrilevante, infatti, potrebbe fare la differenza.

Una delle abitudini più radicate, in questo senso, è la messa in carica del proprio telefono durante le ore notturne. Ci si mette a letto e, visto che la giornata è finita, si decide di dar respiro anche al cellulare, che andrà quindi a rimettersi in forma per una giornata fra chiamate, WhatsApp, foto, post e quant’altro. O almeno questo è quello che crediamo tutti. In realtà, un’abitudine pur ben radicata come questa potrebbe produrre effetti decisamente altri rispetto a quelli sperati. Non perché non funzioni ma per un effetto boomerang imprevisto, in quanto perlopiù sconosciuto.

Smartphone, perché la carica notturna può essere controproducente

La carica notturna del proprio smartphone può essere una soluzione comoda, in quanto durante le ore del sonno (a meno di emergenze) difficilmente si utilizzerebbe il dispositivo. Chiaramente, al risveglio, il serbatoio della batteria sarà nuovamente pieno e il telefono pronto a tornare operativo. Il problema è che, anche durante la notte, raggiunta la carica massima dovremmo in teoria essere pronti a staccare il caricabatteria. In effetti, una volta ricaricato, il dispositivo smette di assorbire energia e, di fatto, inizierà a scaricarsi di nuovo. Una caratteristica che non tutti conoscono. E, del resto, svegliarsi in piena notte appositamente per scollegare il telefono sarebbe un’impresa per chiunque. Tanto di cappello a chi dovesse riuscirci.

Un’abitudine del genere, però, finirebbe alla lunga per logorare lo smartphone. Raggiunta la massima carica e smesso di assorbire energia, il dispositivo farà l’operazione inversa. E così via, finché finalmente non sarà scollegato dal caricatore. In pratica, arrivato al 100%, il telefono inizierà a scaricarsi e ricaricarsi, praticamente all’infinito finché non arriverà il proprietario a mettere fine alla pratica. La quale, secondo gli esperti, finirebbe per essere estremamente deleteria per la batteria. La soluzione, quindi, sarebbe caricare il telefono la sera e scollegarlo prima di addormentarsi. O, in alternativa, impostare la modalità aereo. In questo modo, notifiche, chiamate e quant’altro non arriverebbero e il dispositivo non sarebbe costretto a elaborarle. A quanto pare, oltre alla propria salute, bisogna tutelare anche quella dei device tecnologici. I tempi cambiano…

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