Lavoro, il 2022 inizia male: infortuni e morti bianche, dati scioccanti

L’Inail analizza il primo bimestre dell’anno in corso, evidenziando numeri in peggioramento rispetto al 2021. La sicurezza sul lavoro resta un’urgenza.

 

E’ vero che il lavoro nobilita l’uomo ma anche nello svolgere le proprie mansioni c’è un limite a tenere d’occhio. Ovviamente quello che separa il dovere dal sacrificio senza soddisfazione. Ma, anzi, con conseguenze a proprio carico. Spesso molto gravi.

Morti lavoro Inail
Foto © AdobeStock

Certo, soprattutto quando si fa un lavoro che piace o che rappresenta la realizzazione del proprio obiettivo di vita, si è più ben disposti a dare qualcosa in più. Fermarsi più dell’orario stabilito ad esempio, oppure prodigarsi per sostituire qualcun altro. Più in generale, fare tutto ciò che è in proprio potere per far sì che il lavoro prosegua a gonfie vele, per sé ma soprattutto per la realtà per la quale si offrono le proprie prestazioni. Tutto onorevole e legittimo, nei limiti del possibile. Anche se il ritorno economico non dovesse premiarlo. Almeno non subito. Anche alla buona volontà dev’esserci però un paletto da tenere presente.

Durante la pandemia ne abbiamo avuto un esempio lampante. Lo smart working, per molti lavoratori, ha portato il cosiddetto fenomeno del “presentismo”, ovvero la tendenza tutta psicologica nel credere che il fatto di lavorare da casa fosse un motivo sufficiente per non chiedere mai giorni di riposo o di permesso. O, in alternativa, a lavorare più del dovuto, magari senza che nessun capo lo abbia richiesto. In sostanza, si può essere d’accordo con il detto di cui abbiamo parlato in apertura ma tutto dev’essere proporzionato alle proprie forze. Perché la salute, per quanto buona, può essere facilmente compromessa. Oppure persa del tutto, senza che nessuno ce ne dia atto.

Infortuni e morti sul lavoro: i dati dell’Inail

Gli infortuni sul lavoro sono cosa fin troppo frequente. A prescindere dalle cause che li determinano. Secondo il report dell’Inail, riferito al primo bimestre del 2022, in Italia sono state registrate 121.994 denunce riguardo a degli infortuni occorsi sul luogo di lavoro, ovvero un +47,6% rispetto al primo bimestre del 2021. Altro dato in salita, quello relativo alle morti bianche. Sugli infortuni denunciati, ben 114 hanno avuto esito mortale, quindi un +9,6% rispetto a un anno fa. Salgono, inoltre, le patologie di origine professionale denunciate dai lavoratori, ossia 8.080 (+3,6%). Un trend di crescita preoccupante, anche considerando che rispetto al periodo tra gennaio e febbraio 2020, l’Inail ha registrato un +26,4% del fenomeno infortunistico.

I casi di infortunio, fa sapere l’Inail, sono ripartiti fra quelli avvenuti durante lo svolgimento del proprio lavoro (74.688 nel 2021 e 111.975 nel 2022) e quelli occorsi durante il tragitto per recarvisi o per tornarvi, ossia 10.019 rispetto ai 7.946 del 2021. Un aumento, rispettivamente, del 49,9% e del 26,1%. Per quanto riguarda i contesti, un incremento notevole si è avuto nella branca Industria e servizi, con un +46,9%. Un altro 70,9% è stato registrato nel Conto Stato: dagli 8.718 del 2021 ai 14.898 del 2022. Più o meno uniforme la distribuzione delle denunce sul territorio nazionale, con prevalenza nel Nord-Ovest (+65,4%) e al Sud (+55,5%). Numeri decisamente preoccupanti, che proiettano nuovamente sul tavolo del Governo il tema della sicurezza sul lavoro. Non che abbia mai perso rilevanza ma fra i tanti dossier prioritari degli ultimi due anni, è bene ricordarsi che c’è anche questo.

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