Bonus 110%, cantieri a rischio chiusura: è allarme tra i costruttori

Il Bonus 110% di nuovo in mezzo ai guai. L’ANCE lancia l’allarme per la possibile chiusura di numerosi cantieri già avviati.

Le imprese hanno bisogno di aiuto oppure i lavori legati al Superbonus 110% non continueranno. Tanti cantieri già avviati sono a rischio chiusura.

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Il superbonus 110% non ha sempre avuto vita facile. Diverse questioni portate all’attenzione della legislatura hanno più volte comportato la necessità di cambiare i piani in corso e di prestare maggiore attenzione alla misura. Ricordiamo, tra i vari problemi, i numerosi riscontri di furbetti che per ottenere somme più elevate rispetto alle cifre spese hanno gonfiato i conti. Il Governo si è attivato per risolvere la questione con una stretta sui controlli dei requisiti e la pretesa di un confronto tra i prezzi stilati dal Ministero e i costi sostenuti dai richiedenti. Ora arriva un’altra allerta lanciata dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili. Il rischio di dover chiudere i cantieri già avviati è elevato e la causa è la crisi economica in atto.

Bonus 110%, il rischio di chiusure è alto

L’ultimo Decreto Energia ha eliminato la normativa che consentiva ai costruttori di sospendere o prorogare il lavori avviati nei cantieri insostenibili a causa dei rincari delle materie prime e della manodopera. Questa decisione sta creando difficoltà ancora maggiori e sta aumentando il rischio di chiusura per un numero elevato di cantieri.

Il super beneficio fiscale si trasformerebbe in un blocco dei lavori avviati e di uno stop agli interventi in procinto di iniziare. Si tratterebbe, dunque, di un ennesima batosta data ad un settore già in crisi da diversi anni, da quando la pandemia ha cambiato il mondo e ha messo i cittadini con le spalle al muro privandoli della libertà di agire. Con la guerra in Ucraina i costi delle materie prime e della manodopera sono aumentati notevolmente e l’impossibilità di reperire parte di quelle materie prime necessarie per lavorare rende la decisione di chiudere i cantieri l’unica possibile per tante imprese. Se i lavori non vengono finiti nei tempi stabiliti si pagano penali; i committenti temono di non rientrare nei requisiti del Bonus 110% ed evitano di contattare le imprese. La situazione rischia di diventare drammatica ed urge un intervento del Governo.

L’allarme dell’ANCE

Gabriele Buia, presidente dell’ANCE, si chiede come mai gli altri paesi europei siano riusciti ad affrontare efficacemente la questione dei rincari generali mentre l’Italia è rimasta diversi passi indietro. Gli altri Governi hanno proceduto con erogazioni immediate in aiuto delle imprese mentre nella nostra nazione si attendono ancora i fondi stanziati nei primi mesi del 2021. La richiesta è di un nuovo stanziamento dato che i prezzi di oggi sono triplicati rispetto ad un anno fa, di una erogazione celere degli aiuti nonché una proroga sulla scadenza dei termini dei lavori. Se nulla di tutto questo accadrà, tante imprese chiuderanno i cantieri e il settore edile cadrà in un baratro ancora più profondo.

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