Bonus restauro, occhio ai requisiti: ecco chi è escluso dall’agevolazione

Il bonus restauro è stato confermato dall’ultima legge di Bilancio anche per il 2022. I requisiti per richiederlo, quali sono le novità rispetto al passato.

Il bonus restauro consiste in una interessante agevolazione che intende favorire la tutela e la valorizzazione del patrimonio immobiliare di interesse storico e artistico, presente in Italia.

bonus restauro 

Nell’ultimo periodo il Governo ha inteso varare o confermare una serie di benefici ed incentivi di vario tipo, valevoli in una pluralità di situazioni diverse. A beneficiarne l’intera collettività, ovvero cittadini, lavoratori, famiglie ed imprese.

Tra i bonus ed agevolazioni previste per l’anno in corso, non possiamo non ricordare il cd. bonus restauro 2022 – detto anche ‘tax credit restauro’ – da un po’ di tempo entrato nel vivo. Siamo innanzi ad un’agevolazione per gli edifici storici corrispondente al 50% delle spese sostenute nel 2021 e 2022, per la manutenzione, la protezione o il restauro.

Il bonus restauro 2022 nasce con la finalità di favorire la tutela e la valorizzazione del patrimonio immobiliare di interesse storico e artistico, peraltro in applicazione dell’art. 9 della Costituzione.

Di seguito intendiamo dare tutte le informazioni rilevanti circa il bonus restauro, indicando quali interventi possono essere agevolati, le peculiarità della misura, i requisiti e come fare domanda. E vedremo ovviamente quali sono gli immobili inclusi nel bonus in oggetto. I dettagli.

Cos’è il bonus restauro 2022

Di fatto non si tratta di una introduzione vera e propria del bonus, ma di una proroga. Essa è stata disposta con la legge di Bilancio 2022: in concreto il bonus restauro consiste in un credito d’imposta assegnato a persone fisiche, che si aggiunge agli altri bonus edilizi al momento in vigore.

La misura è finalizzata a sostenere gli elevati costi dei lavori di restauro sugli immobili d’interesse storico e artistico.

Ecco in sintesi le caratteristiche clou del bonus restauro 2022:

  • Credito di imposta pari al 50% delle spese sostenute da persone fisiche negli anni 2021 e 2022;
  • Dette spese debbono essere state effettuate per la manutenzione, protezione e restauro degli immobili d’interesse storico e artistico;
  • Il bonus vale fino ad un massimo di 100mila euro;
  • E’ stato introdotto dal Governo con l’art. 65-bis del decreto legge n. 73 del 2021, ossia il cd. decreto Sostegni Bis, convertito in legge con la legge n. 106 del 2021.

Le norme di dettaglio sui criteri e modalità di gestione e di funzionamento dell’intero meccanismo sono indicate nel DM 6 ottobre 2021. Come appena accennato, la legge di Bilancio 2022 ha confermato la validità del bonus restauro per quest’anno, ma è vero che le richieste potranno essere anche presentate nel 2023 per i lavori dell’anno anteriore.

Per quanto attiene alla dotazione finanziaria, si ricorda che per finanziare la misura agevolativa è stato previsto il “Fondo per il restauro e per altri interventi conservativi sugli immobili d’interesse storico e artistico” con una dotazione di un milione di euro per ognuno degli anni 2021 e 2022.

Quali sono i beni ammessi e coperti dall’agevolazione?

Ovviamente non a tutti i beni immobili possono applicarsi le misure in oggetto. Il bonus restauro può essere infatti utilizzato per gli interventi sugli immobili d’interesse storico e artistico, soggetti alla tutela prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.

In particolare, fanno parte del meccanismo del credito d’imposta quegli edifici sottoposti a vincolo monumentale, su segnalazione delle competenti Soprintendenze.

Attenzione a quanto segue: onde evitare ogni possibile dubbio, ricordiamo che la qualifica di “immobili d’interesse storico e artistico” è riscontrabile esclusivamente nella Conservatoria dei Registri Immobiliari.

Perciò se un immobile è incluso in detto registro, allora ad esso può essere applicato il bonus restauro oggetto di proroga nel 2022.

Chi sono i beneficiari del bonus restauro?

I beneficiari del bonus restauro sono soltanto persone fisiche. Le regole in tema, infatti, escludono tutti gli immobili usati nell’esercizio d’impresa, arte o professione.

In altre parole, possono beneficiare del bonus restauro 2022 tutte le persone fisiche che detengono a qualsiasi titolo gli immobili agevolabili, per gli interventi autorizzati, a patto che il fabbricato non sia usato nell’esercizio di impresa.

Ribadiamo che gli interessati ad avvalersi del bonus restauro 2022, lo possono sfruttare fino a un importo massimo complessivo di 100mila euro per ogni immobile e comunque nel limite di spesa di un milione di euro per ognuno dei due anni, e fino all’esaurimento delle risorse disponibili per ciascuno di essi.

I beneficiari di questa agevolazione sono anche coloro che mettono in atto interventi mirati al miglioramento della sicurezza, alla conservazione dell’edificio e all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Conseguito il credito d’imposta, i soggetti beneficiari possono o usufruirne personalmente; oppure scegliere la cessione, anche parziale, del credito ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari. Si tratta peraltro di considerazioni che valgono anche per altre e diverse agevolazioni, come la detrazione al 65% (Ecobonus) e le sue alternative.

Quali sono gli interventi coperti dal bonus restauro?

A questo punto, facciamo chiarezza sugli interventi per i quali si può aver diritto al bonus in oggetto. Eccoli di seguito:

  • Rimozione di barriere architettoniche;
  • Interventi di manutenzione straordinaria;
  • Messa in sicurezza dell’immobile;
  • Opere di restauro;
  • Intervento di risanamento conservativo;
  • Lavori di ristrutturazione edilizia autorizzati dalla Soprintendenza;
  • Interventi su impianti per l’uso dell’immobile, se autorizzati dalla Soprintendenza.

Attenzione però: le spese sono riconosciute sostenute ai fini del meccanismo, esclusivamente in presenza dell’attestazione di un professionista qualificato sulla scorta della normativa vigente.

Inoltre, gli interventi in oggetto si compiono previo nullaosta della Soprintendenza competente territorialmente. Rileva in tal senso il d. lgs. n. 42 del 2004, ossia il Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Come funziona il bonus restauro

Come accennato in precedenza, il bonus restauro è riconosciuto come un credito d’imposta per le spese effettuate negli anni 2021 e 2022, per la manutenzione, la protezione o il restauro d’immobili di interesse storico o artistico. Ciò in misura corrispondente al 50% delle spese gravanti sulle persone fisiche beneficiarie. L’importo massimo complessivo del credito è pari a 100mila euro.

Il tax credit restauro è sfruttabile in compensazione, ai sensi dell’art. 17 del d. lgs. n. 241 del 1997. In particolare, il credito d’imposta è un qualsiasi credito che il contribuente può vantare nei confronti del Fisco. Il “credito d’imposta” è detto di compensazione in quanto “compensa” eventuali debiti del soggetto, per quanto attiene all’erario e al pagamento delle imposte.

Inoltre, il bonus restauro:

  • non è cumulabile con alcun altro contributo o finanziamento pubblico;
  • né con la detrazione a favore dei soggetti obbligati alla manutenzione, protezione o restauro delle strutture vincolate dal codice dei beni culturali e del paesaggio, come prevista dal Testo unico delle imposte sui redditi – TUIR.

Lo abbiamo accennato sopra, coloro che usufruiscono del bonus restauro possono altresì scegliere la cessione del credito a banche e intermediari.

La richiesta del bonus restauro: come fare domanda

Come è nella prassi tipica delle domande per prestazioni ed agevolazioni di vario tipo, anche per il bonus restauro si può fare richiesta soltanto in via telematica, inviando un apposito modulo compilato in tutte le sue parti, con PEC all’indirizzo fondorestauro@mailcert.beniculturali.it.

Da rimarcare che alla domanda sono da allegarsi i documenti che seguono:

  • Carta da bollo compilata con l’indicazione delle generalità, della residenza e del codice fiscale del richiedente, sottoscritta digitalmente;
  • Dichiarazione di assenza contributi o contributi goduti;
  • Estremi del provvedimento di tutela;
  • Dichiarazione dei contributi pubblici o privati goduti, legati ai lavori oggetto della richiesta e dei correlati importi;
  • Dichiarazione di inizio e di fine dei lavori a firma dall’architetto direttore dei lavori;
  • Copia del provvedimento di autorizzazione del progetto di restauro, rilasciato in base all’art. 21 Codice dei beni culturali e del paesaggio;
  • Consuntivo di spesa giurato a firma dall’architetto direttore dei lavori, con l’indicazione degli interventi realizzati al 31 dicembre dell’anno interessato;
  • Documentazione fotografica a consuntivo;
  • Elenco delle lavorazioni, ognuna con il relativo costo, per le quali si chiede il credito d’imposta a firma dall’architetto.

Sarà compito delle Soprintendenze di competenza verificare le domande: esse infatti dovranno controllare ammissibilità e requisiti degli aventi diritto.

In ogni caso, c’è tempo per fare domanda. Infatti, le richieste per conseguire il tax credit bonus restauro si potevano presentare dal primo ed entro il 28 febbraio 2022 per i lavori effettuati nel 2021. Mentre per i lavori effettuati quest’anno, le domande saranno presentabili tra il primo ed il 28 febbraio 2023. La domanda in oggetto potrà essere utilmente presentata entro l’esaurimento risorse disponibili per l’agevolazione.

Bonus restauro e bonus edilizi: il boom delle costruzioni

In questo articolo abbiamo visto cos’è e come funziona il bonus restauro, ma le considerazioni che ci accingiamo a fare, valgono per i bonus edilizi nel loro complesso. Ebbene, negli ultimi mesi, per effetto delle varie agevolazioni disposte dal Governo, il nostro paese sta vivendo un boom delle costruzioni che non ha precedenti.

La produzione del settore edilizio in Europa è stata in calo nel 2021, ma l’opposto si può affermare per l’Italia. Anzi, da noi i numeri indicano che a dicembre 2021 il settore delle costruzioni ha segnato un incremento della produzione dello 0,3% su novembre, che diviene ben un +19,3% rispetto all’ultimo mese dell’anno anteriore.

L’indice del settore, che stabilisce a 100 punti i livelli produttivi del 2015, era a 105,5 punti a dicembre 2020 e ha raggiunto i 126,1 punti alla fine del 2021. Soltanto l’Ungheria ha fatto meglio dell’Italia, se consideriamo i paesi facenti parte dell’Unione Europea.

In base alle recenti rilevazioni di Ihs Markit, un noto fornitore di informazioni a livello globale, l’indice di attività del settore delle costruzioni nella penisola ha toccato il suo massimo storico, a 68,2 punti. Secondo gli esperti di Ihs Markit, il settore ha osservato a gennaio la prestazione migliore in oltre 22 anni di raccolta dati, predisponendo tutte le condizioni per un’altra forte crescita nel prossimo anno e confermando l’ottima salute del settore delle costruzioni in Italia.

Infine sulla stessa linea sono le statistiche dell’Istat, per le quali il settore delle costruzioni ha condotto a 56,8 miliardi di euro di valore aggiunto all’economia italiana nei primi nove mesi del 2021, costituendo circa il 5% del Pil del nostro paese.

Ecco perché la conferma e la proroga dei bonus edilizi, come vale anche per il bonus restauro, non può che andare nella direzione dell’ulteriore spinta alle attività nel campo delle costruzioni.

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