Qualità e convenienza, ecco la top: la scelta del latte non è mai stata così chiara

A meno di controindicazioni mediche, difficilmente si rinuncia al latte. Anche se non tutte le varianti garantiscono gli stessi standard di qualità.

 

Probabilmente l’unico vero limite al consumo è l’intolleranza. O peggio, l’allergia. Per il resto, è assai difficile che qualcuno rinunci a inserire il latte nella propria dieta quotidiana.

Latte supermercato
Foto © AdobeStock

Almeno un bicchiere al giorno, magari a colazione. Oppure mescolato con altre bevande, come il caffè. O, se proprio si vuole evitare il consumo diretto, difficilmente si riuscirà a farlo con i derivati. A meno che, come detto, non subentrino circostanze legate all’organismo. In sostanza, il latte è uno di quegli alimenti che rientrano a buon diritto nei capisaldi della quotidianità alimentare (e in un certo senso gastronomica) dell’essere umano, non solo dell’italiano in sé. Senza per forza scomodare la sua valenza fin dalle prime fasi di vita del neonato. Negli anni, si è addirittura arrivati a dire che l’uso eccessivo di latti provenienti da determinati animali, come le mucche, limitino l’apporto di altri altrettanto nutrienti.

A ogni modo, per quanto anche dal punto di vista nutrizionale assuma una rilevanza assoluta, il latte viene inquadrato quasi come una prassi all’interno della giornata. Alcune persone, senza il loro bicchiere mattutino, si ritroverebbero senza un apporto sostanziale, sul piano nutritivo e anche abitudinario. Niente di strano che, al momento di fare la spesa al supermercato, il rifornimento di latte sia una delle voci immancabili sul foglietto delle cose da ricordare. Anzi, per l’esattezza è una caccia all’offerta: magari diversi litri a un prezzo conveniente, oppure la scelta di una sottomarca in quanto più accessibile di una più nota. E proprio qui si apre un mondo.

La classifica del latte: ecco i migliori da scegliere al supermercato

Un test interessante è arrivato dalla rivista Il Salvagente, che ha scandagliato i vari tipi di latti presenti sugli scaffali dei supermercati italiani, al fine di valutare quale, effettivamente, possa essere considerato il migliore. Come spesso accade in questi casi, affidarsi alla marca più nota può essere legittimo ma non per forza conveniente. O giusto. Più volte abbiamo visto come anche le marche meno famose possano essere garanzia di qualità e, al tempo stesso, di convenienza. E’ chiaro che alcuni alimenti, come appunto il latte, necessitino di un’attenzione maggiore al momento della scelta, viste le possibili conseguenze di un prodotto non consono. Tuttavia, come dimostrato dall’analisi degli esperti, in commercio esistono delle tipologie di latte pure, incontaminate e di qualità assoluta.

Un supporto importante al momento della scelta. Sì, perché a gettare un’occhiata allo scaffale del latte, apparirà chiaro come la vastità delle tipologie a disposizione risulti tutt’altro che d’aiuto. E sarà probabilmente una sorpresa sapere che, in cima alla graduatoria de Il Salvagente, figura una marca, per così dire, non mainstream. Si tratta dell’Arborea Latte (intero), proveniente dagli allevamenti sardi e caratterizzato da un’elevata qualità, che lo rende perfetto anche per i bambini.

Medaglia d’argento per il Mila senza lattosio (prodotto esclusivamente in Alto Adige), mentre il bronzo se lo aggiudica Candia Gran Latte. Tutte qualità che, dalla loro, hanno la realizzazione in trattorie selezionate, dove gli animali ricevono trattamenti impeccabili. Per incontrare le prime marche di grande diffusione bisogna scendere al quarto posto, con Bontà di Parmalat, e il quinto di Granarolo latte intero UHT.

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