Mutuo, rifiuto dopo l’ok: realtà o scenario da incubo? Le situazioni

Un ok al mutuo potrebbe non essere definitivo, nemmeno dopo una delibera positiva. La banca, infatti, potrebbe fare anche dietrofront.

 

Richiedere un mutuo, ottenere una delibera positiva e poi vederselo revocare. Uno scenario talmente da incubo da chiedersi se sia effettivamente possibile. In realtà lo sarebbe ma solo a determinate condizioni.

Mutuo casa rifiutato
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Ottenere una delibera positiva da parte di una banca, infatti, significa avere la garanzia di un impegno formale da parte dell’istituto di credito, il quale si riterrà quindi d’accordo a erogare la somma richiesta nei tempi e nei modi concordati. Tuttavia, esistono delle eccezioni. Manifestabili in base a determinate condizioni, che possono manifestarsi anche successivamente all’accordo in questione. Perlopiù si tratta di ripensamenti legati a sopraggiunte difficoltà oppure a delle informazioni acquisite sul richiedente delle quali, in precedenza, non si era a conoscenza. Una decisione simile, chiaramente, andrebbe a pregiudicare l’acquisto dell’immobile e, al contempo, gli eventuali impegni presi con il venditore.

Certo, i rischi legati alla richiesta di un mutuo sono ben noti. E la banca, senza le sufficienti garanzie, ha il diritto di guardarsi bene dal concederlo. Questo, però, solitamente avviene prima degli effetti di una delibera, specie se con esito positivo. La banca può infatti negare il prestito, con la delibera stessa che andrebbe quindi a dare esito negativo. Qualora il “no” arrivasse dopo, però, le cose starebbero in modo decisamente diverso. Perché a un primo ok, derivante da delibera preliminare, l’acquirente dell’immobile potrebbe aver già avviato le fasi iniziali della procedura d’acquisto. E un quadro simile farebbe insorgere inevitabili problematiche. Decisamente ben diverso dal semplice rifiuto di un prestito.

Mutuo, stop dopo l’ok in delibera: perché può accadere

Le motivazioni di un mutuo rifiutato sono diverse e spesso coincidenti. Si va dalle poche garanzie sul rapporto fra reddito e rata alle eventuali segnalazioni negative rispetto alla regolarità dei pagamenti. Addirittura, in alcuni casi, potrebbero sopraggiungere delle segnalazioni alla Centrale rischi, che di fatto sarebbe un colpo durissimo all’affidabilità creditizia del cliente. Informazioni che, solitamente, la banca acquisisce prima di deliberare la richiesta e, quindi, decidere o meno se concedere il mutuo. Nel caso fossero presenti una o diverse di tali problematiche, la banca si riserverebbe, al 99,9%, la facoltà di non accettare l’erogazione del mutuo, rifiutando a priori e invitando il cliente a ripresentarsi con una situazione reddituale e/o creditizia più stabile.

La fase di accertamento è quindi quella decisiva per l’esito della richiesta. Un risultato positivo, come detto, significherebbe un impegno della banca a concedere il prestito nei tempi e nei modi concordati. Almeno nella maggior parte dei casi. Le leggi vigenti, infatti, consentono a un istituto di credito di fare retromarcia e rifiutare un mutuo per il quale era stata già deliberata una risposta affermativa. E’ bene sapere, infatti, che dalla delibera (la quale ha una scadenza fra 3 e 6 mesi) all’erogazione possono trascorrere fino a 30 giorni. Un periodo in cui vengono effettuati ulteriori controlli per verificare la conformità con la perizia effettuata sull’immobile. In caso di nuovi problemi, entro questo tempo, la banca avrà tutto il diritto di fermare tutto e tornare al punto di partenza.

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