Non solo rincari, adesso arriva pure la “tassa di guerra”: a chi la pagheremo

Circolano notizie riguardo una nuova “tassa di guerra”, come se quelle esistenti non fossero abbastanza. A chi la pagheremo? Ecco la novità.

tassa di guerra
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Chi pensa che i rincari delle bollette stiano danneggiando solo i cittadini, non si immagina neanche lontanamente quanto siano in sofferenza le imprese. Le bollette schizzate alle stelle, così come il costo proibitivo dei carburanti, sta mettendo a dura prova ogni comparto. Se sommiamo tutto questo, poi, ai danni già subiti per il Covid, il quadro diventa davvero preoccupante.

Non dimentichiamoci che molte attività, come bar, ristoranti e hotel, hanno già perso tantissime entrate. Prima a causa delle chiusure e poi a causa del minor guadagno per il “divieto d’accesso” ai non vaccinati. Che, pur di non cedere al “ricatto”, hanno preferito smettere di andare a fare colazione, al cinema, a cena fuori o di farsi una vacanza. E quindi di “aiutare” indirettamente le imprese a rialzarsi dopo la disastrosa annata 2021.

Ma non c’è niente da fare, gira che ti rigira, i soldi da qualche parte devono spuntare fuori. E chi li esige ha – bisogna ammetterlo – una fantasia sfrenata. Sembra infatti che sia pronta una nuova tassa da pagare. E su chi ricadrà? Sui cittadini, naturalmente. Ecco di cosa si tratta.

La “tassa di guerra”, altrimenti chiamata…

… “energy surcharge“. Stiamo parlando di un “extra” che molto probabilmente dovremo pagare nelle strutture ricettive. Letteralmente, il nome dato a questa imposta significa “sovraccarico di energia“. Dunque interessa i rincari energetici che – a causa della guerra ma non solo – hanno colpito le aziende.

Alcune associazioni di categoria nel comparto alberghi & co stanno pensando a come affrontare il “caro energia”, proprio ora che – con le riaperture – dovranno sostenere. Indipendentemente dal numero di ospiti presenti, ovviamente. Ecco l’idea, dunque, di applicare questa “tassa”, o “extra” o come dir si voglia, in aggiunta alla tariffa di soggiorno/consumazione. Un po’ come la “tassa di soggiorno”, per intenderci.

Le dichiarazioni di Federalberghi

Proprio in questo senso, come dichiarano le sezioni locali di Federalberghi, “Si tratterebbe di una maggiorazione temporanea –  – tramite cui si potrebbe fare ai clienti un’offerta trasparente e confrontabile, senza inserire nuovi aumenti sui prezzi base del servizio”.

La proposta è stata ovviamente accolta con entusiasmo da molte realtà del comparto turistico e ricettivo, e le voci degli imprenditori non lasciano spazio a dubbi: “Il mondo dell’hotellerie fatica a trovare soluzioni, ma altre realtà hanno già adottato queste misure. Ad esempio, alcune strutture di affitti brevi hanno già introdotto questa maggiorazione ai prezzi di soggiorno”.

Ora, indipendentemente dalla cifra che potrà venir fuori da questo nuovo onere, viene da riflettere su un paio di questioni. Gli aumenti stanno danneggiando tutti, ed è incontrovertibile. Ma al momento, a parte qualche “toppa” sparsa qua e là, non si vedono interventi significativi a livello politico. Chi fa da sé fa per te, recita un detto. E ognuno, com’è comprensibile, sta cercando di tirare l’acqua al suo mulino. In questo caso di illuminarlo, viene da precisare. Ma noi cittadini, su chi potremo mai “scaricare” i maggiori costi che ci stanno letteralmente dissanguando? Si accettano proposte.

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