Poste, l’occasione da cogliere: cosa scegliere fra buoni e obbligazioni

Meglio evitare la stagnazione. Poste offre una buona varietà di strumenti di investimento. E alcuni, al momento, convengono più di altri.

 

Forse non è il periodo migliore per pensare agli investimenti. L’atteggiamento prudenziale dettato dalla pandemia ha portato a un ulteriore scoraggiamento dopo la guerra iniziata dalla Russia.

Investimento Poste Italiane
Foto © AdobeStock

I mercati hanno risentito del doppio schiaffo, il prezzo delle merci aumenta e, con esso, il costo della vita. Un mix di fattori che, ora come ora, non lascia troppo spazio a movimenti di denaro che vadano in direzioni troppo costellate da fattori di rischio. E’ pur vero che trattenere il proprio denaro in giacenza sul conto corrente, come abbiamo visto più volte, non è una soluzione conveniente. Anzi, in teoria non sarebbe nemmeno una soluzione. Il problema sarebbe nei costi di gestione oltre che nel rischio di stagnazione. Tale denaro non produrrebbe alcun rendimento, nemmeno minimo, lasciando di fatto in fase di stasi i nostri risparmi, con imposta di bollo applicata in caso di importi superiori a 5 mila euro ed esposizione a un’eventuale patrimoniale.

Gli istituti di credito non mancano di offrire alcuni strumenti di investimento, semplici e alla portata di tutti. Poste Italiane non fa eccezione, proponendo delle soluzioni interessanti per evitare di tenere i propri risparmi bloccati sul conto corrente senza generare profitti. Obbligazioni, libretti postali, buoni fruttiferi: le alternative sono diverse, partendo dal presupposto di avere da parte una piccola somma da poter destinare all’investimento. Ad esempio, i buoni fruttiferi restano uno strumento piuttosto apprezzato, anche per la garanzia statale che ne fissa la sicurezza. Anche le obbligazioni però, coi tassi ai minimi storici, offrono buone opportunità.

Poste, buoni oppure obbligazioni: la scelta migliore

Le obbligazioni sono titoli di credito concessi a un risparmiatore a favore di un emittente per un dato periodo di tempo. Questo, alla scadenza dell’obbligazione, rimborserà il capitale, assieme al pagamento di un rendimento, variabile o fisso. Uno strumento che, al momento, vive un periodo di particolare interesse, visti i bassi tassi e la relativa semplicità di utilizzo. E di apertura naturalmente. Le obbligazioni con Poste possono essere sottoscritte presso qualsiasi ufficio, oppure tramite la piattaforma tradingonline di BancoPosta. Fra le obbligazioni proposte figurano anche i Buoni ordinari del Tesoro (Bot), emessi dallo Stato e con scadenza a breve termine. Il rendimento varia in base alla differenza tra prezzo di emissione e valore nominale (prezzo di vendita). Una soluzione garantita dalla stessa emissione statale ma con rendite che variano a seconda dei trend.

Più semplice il discorso per quel che riguarda buoni fruttiferi e libretti postali. Accessibili a ogni cittadino, i primi si configurano nel quadro del piano di Risparmio semplice. Si tratta di investimenti a 4 anni, con rimborso flessibile (quindi valido in ogni momento), meglio se alla scadenza. A tale data ipotetica, infatti, il rendimento premiale sarà dello 0,50% annuo lordo, raggiungibile però con 24 sottoscrizioni periodiche minime del piano. Contrariamente, il rendimento sarà standard e alla fine del periodo toccherà uno 0,25%. Le sottoscrizioni periodiche sono a frequenza mensile o bimestrale (5 o 27 del mese). C’è poi la variabile dell’offerta Supersmart (qui per saperne di più), valida per i libretti di risparmio Smart. Il tasso di interesse alla scadenza sarà più alto, almeno dello 0,40%.

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